La Spagna fa notizia per una nuova proposta a firma della ministra del welfare Ione Belarra, che lancia l’apertura di una catena di supermercati pubblici con prezzi calmierati per contrastare l’inflazione, che sta colpendo, nello specifico i generi alimentari. Belarra, esponente di Podemos, il partito populista alleato di governo dei socialisti di Pedro Sanchez, come riportato dal quotidiano spagnolo 20minutos, ha avanzato la proposta nella giornata di domenica durante l’evento che si è svolto a Cáceres, in Estremadura, a cui ha partecipato insieme alla candidata alla presidenza del consiglio di amministrazione di United for Extremadura (UPE), Irene de Miguel, e altri membri della formazione.

La proposta dei supermercati a prezzi calmierati per la Spagna
Come riportato nel quotidiano spagnolo, secondo Belarra, la pandemia ha messo in evidenza le debolezze del sistema capitalista e la necessità di creare un’azienda pubblica in ogni settore strategico di questo Paese, in particolare una catena pubblica di supermercati chiamata «Prezzi equi» o «Precios justos» per contrastare l’aumento prezzi del cibo che «non possono essere spiegati solo ed esclusivamente con l’aumento del costo delle materie prime». Una iniziativa con la quale si intende risolvere un problema che affligge tutti gli spagnoli, con misure che consentano «di abbassare i prezzi del cibo, per proteggere i piccoli e medi produttori agricoli e zootecnici».
L’orgoglio della Belarra per il lavoro del suo partito
La ministra Belarra non nasconde il suo entusiasmo: «Diranno che è impossibile. Tuttavia, abbiamo dimostrato che l’intervento pubblico nell’economia è quello che funziona meglio, perché ci permette di costruire il più grande scudo protettivo per la gente». L’esponente di Podemos ha poi proseguito affermando di essere «molto orgogliosa di essere il segretario generale di una formazione politica che non chiede un euro alle banche di questo Paese» e che le ha «permesso di far valere la prima legge sulla casa nella storia della nostra democrazia senza che nessuno potesse alza il telefono per fare pressione su di me, non una banca, non una compagnia energetica, nemmeno i datori di lavoro immobiliari».