Paura in Spagna per le 5 buste-bomba recapitate nelle ultime ore a varie istituzioni di alto profilo. La prima è arrivata addirittura mercoledì all’ambasciata ucraina di Madrid. Ma da lì la situazione è peggiorata e ora si teme che possano esserci altre buste non ancora trovate dalle autorità. Nella mattinata di oggi, i servizi di sicurezza sono intervenuti prima in una fabbrica d’armi a Saragozza, poi in una base militare nella regione di Madrid. Lo scorso 24 novembre, invece, è successo negli uffici del premier spagnolo Pedro Sanchez e del ministro della Difesa. E in quest’ultimo caso si è dovuto anche provvedere a una detonazione controllata.
La busta-bomba a Sanchez
Tra le cinque, quella ad aver fatto più scalpore è stata la busta-bomba recapitata una settimana fa al premier spagnolo Pedro Sanchez. Era il 24 novembre e la busta, inviata alla Moncloa, la sede della presidenza, conteneva materiale pirotecnico. Anche il quel caso, è stato il ministero dell’Interno a diffondere la notizia e l’ordigno è stato fatto esplodere. In una nota il governo ha poi spiegato: «In attesa dei risultati definitivi delle analisi che si stanno effettuando, la busta potrebbe contenere una sostanza simile a quella utilizzata nei fuochi d’artificio».

La lettera esplosiva all’ambasciata ucraina
Mercoledì 30 novembre, poi, la lettera è stata inviata all’ambasciatore ucraino a Madrid. Al suo interno c’era un ordigno artigianale, che è esploso prima che la busta potesse essere recapitata al diplomatico, Serhii Pohoreltsev. La deflagrazione ha ferito lievemente a una mano un dipendente dell’ambasciata. Ma l’uomo è già tornato al lavoro dopo poche ore, praticamente illeso se non per qualche lieve ferita.
Le altre tre buste-bomba
Dopo di che, sono state recapitate altre tre buste-bomba, tutte nelle ultime ore. L’ultimo in ordine temporale è stata quella al ministero della Difesa, fatta detonare. Alla fabbrica di armi di Saragozza, invece, la lettera è arrivata poco prima. Si tratta, secondo El Pais, di un’industria che costruisce materiali militare e li invia in Ucraina. Una notizia che fa il paio con quanto sta accadendo altrove. Ora le autorità hanno rafforzato la sicurezza in tutti gli edifici pubblici e amministrativi per non rischiare un’esplosione con qualche altro pacco sospetto.
