“Vergogna a Soverato Marina. Una ragazza chiede di essere pagata e viene presa a calci. Se qualcuno conosce la ragazza siamo disposti a darle supporto sindacale”. Così si legge nella didascalia di un video pubblicato su Facebook dalla pagina Il pagamento? Poi vediamo – Osservatorio sullo sfruttamento in Calabria. Nelle immagini si vede una giovane donna nigeriana che viene aggredita dopo aver chiesto al datore di lavoro il compenso per la sua attività. La risposta dell’uomo non ammette repliche: “Non ti preoccupare, ci sono gli avvocati e adesso arrivano i carabinieri”. A quanto si apprende, la donna manterrebbe una figlia di quattro anni.
Donna aggredita a Soverato
Purtroppo, le immagini parlano chiaro. Quando la donna richiede il pagamento con maggiore insistenza, l’uomo inizia ad aggredirla con calci e botte, forse perché si accorge della presenza di uno smartphone in grado di riprendere la scena. La giovane è stata tutelata con un nome di fantasia. L’uomo sarebbe il titolare di uno stabilimento balneare. Prima di venire alle mani, avrebbe ricordato alla donna che quella era casa sua. Poi, arriva il tentativo di distruggere il dispositivo.

I commenti del sindaco e dei sindacati
Il sindaco di Soverato Daniele Vacca ha così commentato la vicenda: “Soverato ha fatto dell’accoglienza da sempre il suo tratto distintivo ed esprimiamo piena solidarietà alla giovane donna vittima dell’aggressione. Rimaniamo in attesa che le forze dell’ordine facciano chiarezza sull’accaduto”.

Anche i sindacati hanno espresso una ferma condanna dell’accaduto.“Più precisamente l’imprenditore ha usato il dialetto calabrese, affinché quella donna di un altro colore e di un altro Paese avesse chiaro il senso delle parole“, ha affermato Filcams Cgil Calabria. “L’episodio di Soverato, al netto di qualsiasi considerazione su diritti e garanzie, lascia sbigottiti per la violenza e l’aggressività. Non bisogna tacere, non bisogna voltarsi dall’altra parte. Episodi inauditi come questo interrogano il futuro”, è invece l’affondo di Arci Catanzaro.