Abbecedario da gamer
Avventura, horror, sparatutto sono termini che appartengono al passato. Oggi per identificare i videogame si parla di soulslike o survival. La guida completa per barcamenarsi tra i sottogeneri più in voga del momento.
Soulslike o Survival Game. Nel mondo dei videogiochi, non si parla più di titoli di avventura oppure horror. L’aumento costante di prodotti presenti sul mercato, unito allo sviluppo senza sosta delle console PlayStation e Xbox, ha portato alla nascita di decine di generi e sottogeneri in cui diventa sempre più difficile barcamenarsi. Ecco perché il Guardian ha deciso di creare una guida per elencare le caratteristiche di ognuno di essi, citando anche alcuni titoli per neofiti e fan accaniti.
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Videogiochi, ecco i sottogeneri più diffusi per PlayStation o Xbox
1- Metroidvania, in tutte le direzioni
Primo genere su cui occorre porre l’attenzione è il Metroidmania. Prende il nome da due cult degli anni Ottanta di Nintendo, Metroid e Castlevania, quest’ultimo adattato da Netflix in una serie anime del 2017. Con tale etichetta vengono solitamente identificati i giochi in 2D in cui il mondo è esplorabile in ogni direzione, al contrario dunque dei classici giochi platform in cui ci si può spostare solo da sinistra e destra e viceversa. Di solito, non mancano stanze segrete cui è possibile accedere solo con una chiave nascosta presente molto avanti nel gioco, costringendo il gamer a memorizzare il percorso e tornare sui propri passi. Il Guardian consiglia Hollow Knight e Ori and the Blind Forest, esclusiva Xbox fra le più interessanti del momento.
2- Roguelike, la grande fuga
Uno dei generi di videogiochi indie più popolari, il Roguelike prende spunto dal titolo del 1980 Rogue, sviluppato da Michael Toy e Glenn Wichman. Il suo fulcro principale era l’attenzione su un eroe intrappolato in una prigione esplorabile, da espugnare risolvendo intricati enigmi e fuggendo da mostri terrificanti. Caratteristica interessante era l’assenza di vite extra, costringendo gli utenti a ricominciare da capo, peraltro ogni volta in uno scenario diverso. Un gioco Roguelike ne rappresenta una versione moderna che conserva gli elementi chiave tra cui la morte permanente, gli ambienti in continua evoluzione e un gameplay basilare. Qui la morte non è un fallimento, ma un modo per comprendere meglio il gioco. Come sostiene Rami Ismail, co-creatore dell’acclamato Nuclear Throne, «il fascino deriva dal fallimento e da ciò che si impara ogni volta che si cade in battaglia». Oltre al citato Nuclear Throne, si consiglia Spelunky.
3- Soulslike, un combattimento perenne
Uno dei sottogeneri più famosi del momento è il Soulslike, che trae il suo nome dal capolavoro giapponese Dark Souls (e dal precedente Demon’s Souls). Essenzialmente si tratta di un’avventura con combattimenti duri ed estenuanti, ambienti ostili e cupi e pochi checkpoint per salvare i progressi. Dai più classici giochi di ruolo, questi ereditano la possibilità di potenziare il proprio avatar grazie a una fonte di energia rilasciata dai nemici uccisi. Oltre alla citata serie Dark Souls, si consigliano Nioh, Bloodborne e Shadow Die Twice. Preparatevi all’esasperazione e alla voglia matta di rompere il joypad.
4- Dungeon Crawler, labirinti e soldi a palate
Dimenticate la narrativa e preparatevi a combattimenti frenetici e denaro a palate. I videogiochi Dungeon Crawler comportano infatti una corsa sfrenata attraverso ambienti labirintici dai toni fortemente claustrofobici, dove battagliare contro molti nemici, raccogliere oggetti e denaro risolvendo continuamente enigmi. I più grandi esempi sul mercato, Gauntlet e il ben più celebre Diablo, prendono queste caratteristiche e le esaltano al meglio delle possibilità videoludiche. «Non occorre multiplayer, non occorre il supporto online», ha dichiarato Dave Crooks, creatore di Enter the Gungeon. «Basta che il giocatore si senta appagato nel ciclo di uccisioni e labirinti purché il gioco sia vincente».
5- Looter shooter, l’ultima evoluzione degli sparatutto
Lo sparatutto, ma con qualche aggiunta in più. Questo il genere Looter Shooter (traducibile in italiano come “Sparatutto con saccheggio”), con cui è possibile etichettare tutti i videogame in cui occorre raccogliere armi e munizioni sempre migliori dai nemici caduti. Fra le opzioni più interessanti si ripetono sempre la possibilità di personalizzare completamente il proprio avatar selezionando armature, abilità e armamenti differenti per ogni stile di gioco, dal più aggressivo a quello stealth. Come ricorda anche il Guardian, capostipite del genere è lo sparatutto fantascientifico Borderlands, ma si consigliano anche Destiny 2 e The Division.
6- Survival Game, lotta per la sopravvivenza
Vivere il più a lungo possibile in un ambiente inospitale, raccogliendo risorse e combattendo il pericolo fin quando il personaggio non fugge o soccombe. Il Survival Game è in grado di simulare fame, sete, stanchezza e danni da freddo o caldo sul proprio avatar, portandolo ogni volta allo stremo. Come ricorda Raphael van Lierop, regista di The Long Dark (fra i titoli consigliati), «un Survival Game offre all’utente un rapporto unico con il mondo del gioco, dove ogni mossa ha un prezzo». Interessanti anche Don’t Starve, Escape from Tarkov e Day Z. Alcuni titoli presentano anche espansioni e DLC a tema, tra cui merita una menzione speciale Rise of the Tomb Raider con la sua “modalità stoicismo” che mette Lara Croft alle prese con il freddo della Siberia.
6- Deck Builder, i giochi di carte
Ricordate Yu-Gi-Oh e i suoi deck all’ultimo grido? I titoli basati sulle carte da gioco sono presenti da anni nel panorama videoludico ma, con il passare del tempo, si sono evoluti di pari passo con le console. Nei moderni Deck Builder, tra cui si segnalano Hearthstone e Shadowland, i giocatori possono iniziare con un numero molto limitato di carte, arricchendo il proprio mazzo man mano che avanzano nella trama principale o sconfiggono gli avversari. Per Helen Carmichael, designer delle carte di Shadowland, il fascino di questi giochi sta nella loro familiarità con il mondo reale, dal poker al Monopoly: «Sono facili da capire, inoltre catturano l’attenzione come pochi altri generi».