È stato un 2021 da record per Sotheby’s. A giudicare dalle ultime stime, infatti, la casa d’aste britannica (che vanta oltre 80 filiali sparse per il mondo) è riuscita a vendere 7,3 miliardi di dollari di opere d’arte e oggetti da collezione. Il fatturato più alto in 277 anni di attività.
La spinta delle nuove leve del collezionismo
L’elemento che, più di tutti, ha aiutato a raggiungere un traguardo così importante è stato il contributo di giovani collezionisti ed esperti di tecnologia. Che, acquistando articoli di lusso come borse, gioielli, vini pregiati e NFT di varia natura durante la pandemia, hanno contribuito a incrementare in maniera decisa i guadagni. E non è ancora detta l’ultima parola: prima del 31 dicembre, infatti, ci saranno altre 20 compravendite e quelle cifre, già stellari, continueranno a lievitare.
Una pioggia di primati
Negli ultimi 12 mesi, Sotheby’s ha battuto all’asta 57 dipinti a circa 15 milioni di dollari ciascuno, con una crescita dello smercio pari al 71 per cento rispetto al 2020. Tra questi, il pezzo di punta è stato, senza dubbio, un ritratto di Botticelli raffigurante un ragazzo con una immagine tra le mani, ceduto e al prezzo di 92,2 milioni di dollari. Ma non finisce qui. Alla già ricchissima collezione di record, infatti, si sono aggiunte anche la storica vendita delle scarpe da tennis più costose mai messe all’asta, un paio di Nike Air Yeezy che il rapper Kanye West ha indossato, nel 2008, in occasione dei Grammy (costate al fortunato proprietario 1,8 milioni di dollari) e di una moneta Usa Double Eagle, risalente al 1933, che ha raggiunto l’importo di 19 milioni di dollari, un unicum nell’ambito delle aste di numismatica. La parte più consistente del capitale, però, è arrivata dall’arte moderna e contemporanea, con un totale di 4,3 miliardi di dollari tra vendite pubbliche e private, seguita immediatamente da orologi di pregio, liquori, oggetti di design, libri rari e manoscritti. Infine, la compagnia si è accaparrata la medaglia d’oro anche nel campo delle svendite uniproprietario (quelle focalizzate su un’unica collezione), con i 676 milioni di dollari incassati dalla cessione della Macklowe Collection, appartenente al magnate Harry Macklowe e all’ex moglie Linda. Uno straordinario repertorio di capolavori firmati Alberto Giacometti, Mark Rothko e Cy Twombly.
L’impatto degli NFT
Un’importante spinta è arrivata, ovviamente, anche dai Non Fungible Token. Con la sua prima compravendita, Sotheby’s ha portato a casa, in tre giorni, 16.8 milioni di dollari. Soprattutto grazie al codice sorgente del World Wide Web di Tim Berners-Lee, piazzato a 5,3 milioni di dollari. La moda degli NFT, al di là dell’aver rimpinguato le casse, ha consentito di ampliare notevolmente il pubblico degli offerenti, cresciuto del 47 per cento, e di coinvolgere le generazioni più giovani (in particolare la fascia anagrafica degli under 40, aumentati del 187 per cento). Che, arrivati per i manufatti digitali, si sono poi interessati gradualmente anche a quelli fisici. Come nel caso di Justin Sun, fondatore della piattaforma di cripotvalute Tron che, lo scorso mese a New York, ha acquistato Le Nez di Alberto Giacometti a 78,4 milioni di dollari.