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Sonnblick, l’allarme dell’osservatorio: sulle Alpi austriache non c’è più neve

Allarme dell’osservatorio di Sonnblick sulle Alpi austriache. La neve del ghiacciaio si è già sciolta battendo ogni record. È colpa della crisi climatica.

6 Luglio 2022 12:22 Fabrizio Grasso
Allarme dell’osservatorio di Sonnblick sulle Alpi austriache. La neve si è già sciolta battendo ogni record. È colpa della crisi climatica.

I ghiacciai alpini soffrono più che mai. A pochi giorni dalla tragedia della Marmolada, un nuovo allarme giunge dalle vette in Austria. L’osservatorio di Sonnblick, il più alto del mondo, ha dichiarato che la neve si è ormai quasi del tutto sciolta. Battuto di oltre un mese il record precedente risalente al 2003, quando l’esaurimento si verificò solo a metà di agosto. «Siamo di fronte a un fenomeno eccezionale», ha detto al Guardian il climatologo Alexander Orlik. «Solitamente il manto nevoso è presente per tutto l’anno». Un altro segnale dell’impatto che la crisi climatica sta avendo sul nostro pianeta, ricordandoci come si renda sempre più urgente un intervento su scala globale.

Ein historischer Tag. Die Wetterstation am Sonnblick (3106 m) in den Tauern meldet 0 cm Schneehöhe. Das ist die früheste und wahrlich extremste Ausaperung seit Messbeginn 1938 – und wahrscheinlich noch sehr viel länger. Normalerweise würden jetzt noch über 2,5 m Schnee liegen. pic.twitter.com/79JSCqyrrc

— Manuel Oberhuber (@manu_bx) July 6, 2022

Cosa ci dicono gli ultimi dati dell’osservatorio di Sonnblick sulle Alpi in Austria

L’osservatorio di Sonnblick, che si trova sull’omonima vetta delle Alpi austriache, monitora costantemente i livelli del manto nevoso. Situato a 3106 metri sul livello del mare, è il più alto del pianeta e solitamente si presenta coperto di neve per tutto l’anno. Oggi non è più così, tanto che gli scienziati sono rimasti scioccati dagli ultimi dati. «L’altezza della neve è di 3 centimetri», aveva dichiarato ieri il climatologo del Zentralanstalt für Meteorologie und Geodynamik Alexander Orlik. «Mi aspetto però che si esaurisca entro dopodomani». Gli ultimi report dell’osservatorio confermano la visione. Alle 8,50 di stamani, infatti, si è registrata un’altezza di appena 6 millimetri dato che la temperatura è di poco superiore allo zero.

Allarme dell’osservatorio di Sonnblick sulle Alpi austriache. La neve si è già sciolta battendo ogni record. È colpa della crisi climatica.
Il record di scioglimento della neve sulla vetta di Sonnblick (Twitter)

Per tutto giugno, le misurazioni sono state le più basse nella storia, ossia a partire dal 1938. Lo scioglimento procede a ritmi molto serrati, tanto da non lasciare scampo a errori di valutazione. Lo scorso 30 giugno la neve era alta 39 centimetri, quasi 10 volte al di sotto della media mensile che si aggira attorno ai 3,7 metri. Il dato è ancora più allarmante se si pone un confronto con la scorsa stagione. Dodici mesi fa l’altezza della neve era di 362 centimetri. «È un evento senza precedenti». Come confermano gli esperti, in genere l’osservatorio di Sonnblick registra la presenza di neve sulla vetta alpina per 12 mesi all’anno. Gli unici precedenti di totale scioglimento del manto risalgono al 1963 e più recentemente al 2003. Allora però l’esaurimento si verificò solo il 13 agosto, quindi oltre un mese più tardi rispetto al 2022.

LEGGI ANCHE: Ghiacciai in Italia, quali si stanno sciogliendo e quali sono i rischi

Gli scienziati puntano il dito contro la crisi climatica

Per gli scienziati si tratta dell’ennesima conferma che la crisi climatica in atto sta causando forti danni all’ecosistema. Il caldo torrido che si sta registrando in Europa ha causato uno scioglimento insolitamente rapido dei ghiacciai montani. Fondamentale anche l’assenza di piogge, oltre al livello eccessivo dell’umidità che contribuisce all’assottigliamento del ghiaccio. Stamattina sul Sonnblick era pari addirittura al 94,7 per cento pur senza precipitazioni. Una prova del fenomeno si può riscontrare nella tragedia della Marmolada, che ha portato alla morte di almeno sette persone. Altre cinque sono disperse, ma le speranze di trovarle in vita sono ormai remote.

LEGGI ANCHE: Parco nazionale del Gran Paradiso: allarme carenza di neve

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