Come scotta questo Sole
Tensione in cda. Bonomi vuole licenziare in tronco 180 dipendenti, di cui 60 giornalisti. Il management insorge. Il piano per ora non passa, ma gli esuberi restano. E la prossima settimana l'azienda incontra i sindacati.
Psicodramma al Sole24Ore, voce grossa, litigi, minacce di dimissioni in blocco. È successo giovedì 15 luglio quando, complice un cda della casa editrice, il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, che poi è di fatto il padrone del giornale, aveva fatto pervenire il suo diktat: licenziamento immediato di 180 dipendenti, due terzi tra amministrativi e tecnici, 60 tra i giornalisti. Che la necessità di imbracciare l’accetta fosse considerata da tempo ineluttabile era cosa risaputa. Del resto il tema dei tagli è tristemente comune a tutta l’editoria cui la pandemia ha assestato un colpo durissimo a bilanci che erano già in grave sofferenza.
La reazione del management al diktat di Bonomi
Quello che ha stupito però i vertici del Sole è stata la modalità che Bonomi voleva adottare. L’eco delle sue intenzioni si è subito diffusa in azienda provocando una ferma reazione del management. Ad eccezione di Federico Silvestri, il capo della pubblicità, molti erano intenzionati a lasciare. Frenetico giro di consultazioni e diplomazie all’opera, proprio mentre in cda il direttore Fabio Tamburini stava illustrando le linee della nuova organizzazione del lavoro editoriale. Qualcuno ha anche fatto presente, specialmente la parte romana, al numero uno di Confindustria che licenziare su due piedi tutte quelle persone avrebbe comportato un notevole esborso di denaro e proprio nel momento in cui il quotidiano rosa, grazie alle iniziative intraprese dall’amministratore delegato Giuseppe Cerbone, ha interrotto l’emorragia di perdite e raggiunto il pareggio operativo.

Qualcun altro ha fatto presente a Bonomi che il gruppo era già in cassa integrazione. Cosa che avrebbe consentito di guadagnare tempo in vista di quell’intervento ad hoc del governo che tutti gli editori invocano come scudo necessario per non soccombere alla crisi. Il problema è che l’esecutivo e il titolare del Mise Giancarlo Giorgetti non sembrano così divorati dalla fretta di accontentarli. Per non parlare del Movimento 5 stelle che, come noto da sempre, ai giornali avrebbe voluto togliere da tempo ogni trattamento di favore, compreso (e qui con piena ragione) il finanziamento pubblico.
La prossima settimana l’azienda incontra i sindacati
Tanto sì è fatto che alla fine Bonomi ha smorzato i toni e messo nel cassetto le sue intenzioni. Scampato pericolo dunque per il Sole 24 Ore? No, solo una momentanea tregua. Sul tavolo resta il numero degli esuberi, complessivamente 180, la cui uscita è considerata ineludibile. E che la partita non sia chiusa lo testimonia la notizia che l’azienda ha convocato per la prossima settimana i sindacati.