La giovane 23enne americana che si è lamentata sulla rivista Insider del suo pessimo soggiorno-studio a Firenze ha replicato alle accuse degli haters e ad Amanda Knox, che aveva risposto via social alle sue parole.
Le accuse della giovane americana a Firenze e la risposta di Amanda Knox
Stacia Datskovska, la ragazza che ha soggiornato per sei mesi a Firenze, ha così raccontato la sua esperienaza nel nostro paese: «Ho odiato ogni aspetto dei miei sei mesi a Firenze». La ragazza si è detta delusa della casa sovraffollata che ha dovuto condividere con sette studentesse ma anche del comportamento dei fiorentini, che l’hanno trattata con diffidenza e ostilità.
Nell’intervista-articolo aveva tenuto a precisare che si è trattato solo di una sua esperienza personale: «Con questo non voglio dissuadere gli studenti ad andare a Firenze. I miei sentimenti non sono l’esperienza di tutti gli studenti universitari, ma non posso pensare di essere l’unica a ritenere che studiare all’estero sia un incubo».

Nonostante questa sottolineatura, però, la sua dichiarazione ha dato vita a un’ondata di indignazione social nei suoi confronti. A risponderle attraverso Twitter anche Amanda Knox, l’ex studentessa ora giornalista americana condannata e poi assolta per l’omicidio di Meredith Kercher a Perugia nel 2007. «Ragazza, ma di cosa stai parlando? Studiare all’estero è fantastico», ha scritto la donna.

La replica agli haters
La Datskovska ha dunque voluto rispondere a tutti gli haters che in queste settimane l’hanno riempita di insulti direttamente dalle pagine del quotidiano inglese The Independent: «Se non trovi valore in quello che ho scritto, dovresti stare lontano dal turbinio di attività che circonda la mia pubblicazione: bastano pochi tocchi di tastiera perché un autore venga crocifisso per il proprio lavoro. Potrebbe essere necessario più tempo per riparare il danno».
La ragazza ha inoltre proseguito dicendo: «Sono fortunata ad avere una buona autostima, oltre al rispetto per il mio lavoro, una solida base morale e una forte rete di supporto di famiglia, amici, colleghi e sconosciuti che mi hanno contattata per dirmi che il mio articolo è stato letto con interesse».