Bridge, otto campioni del mondo sconfitti da un computer

Redazione
29/03/2022

L'intelligenza artificiale Nook ha sfidato e battuto otto campioni mondiali di bridge. È la prima volta che l'essere umano cede alla macchina in un gioco di strategia in cui le informazioni sono limitati e la comunicazione fra partner notevole e fondamentale.

Bridge, otto campioni del mondo sconfitti da un computer

Anche ai fuoriclasse capita di avere una giornata no. Lo sanno bene gli otto campioni mondiali di bridge che, in un torneo contro NooK, un software di intelligenza artificiale, sono stati costretti a fare i conti con un’inaspettata disfatta. La prima, fino a ora, in un gioco di strategia in cui il talento e le abilità dell’uomo erano riusciti a conservare il primato sulla tecnologia.

NooK, l’intelligenza artificiale che ha sconfitto i campioni di bridge

Ad annunciare la notizia al termine dei tornei parigini è stata la startup francese NukkAI, ideatrice della challenge a cui hanno preso parte diverse star del bridge. Nell’arco di due giorni, i partecipanti sono stati chiamati a giocare ben 800 mani consecutive suddivise in 80 set da 10. A differenza del gioco tradizionale, gli esseri umani avevano partner fittizi e non hanno sfidato il software direttamente. Ogni concorrente, intelligenza artificiale inclusa, ha fronteggiato singolarmente i migliori robot del circuito. Vincitori delle sfide tra intelligenze artificiali, questi ultimi, erano considerati incapaci di sconfiggere l’uomo. Soprattutto in un gioco come il bridge, dove i soggetti coinvolti fanno affidamento su una forte comunicazione tra partner, hanno accesso a un numero di informazioni limitate e basano le mosse su quelle dei rivali.

NooK, il software che ha stracciato otto campioni mondiali di bridge
I campioni che hanno partecipato alla sfida (Twitter)

Un aspetto semplice da gestire per l’uomo e meno accessibile per la macchina, che non possiede capacità di interazione così sofisticate. A determinare il risultato finale sarebbe stata la quantità di match vinti. NooK, in tal senso, è riuscita a stupire tutti, portando a casa la vittoria in 67 su 80 set, circa l’83 per cento sul totale. Facendo meglio dei campioni in carne e ossa. Una conferma per il co-founder dell’azienda, Jean-Baptiste Fantun che, da cinque anni, lavora al prototipo e che, qualche settimana fa, ha ricevuto anche i complimenti del matematico Cédric Villani, vincitore della medaglia Fields nel 2010, che ha definito la creazione «uno straordinario successo nazionale».

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Un software quasi umano

«La nostra è un’intelligenza artificiale di nuova generazione», ha spiegato al Guardian Véronique Ventos, co-founder di NukkAI, che ha sottolineato la differenza con gli altri modelli, adoperati soprattutto negli scacchi, dove il giocatore si confronta con un solo competitor alla volta e prende decisioni esclusivamente per se stesso. «NooK ha tutte le carte in regola per rivoluzionare il mondo del machine learning», ha sottolineato il professor Stephen Muggleton, «utilizza un approccio neurosimbolico. Invece che imparare  giocando milioni e milioni di round, in primis apprende le regole e poi migliora le proprie skill con la pratica. Esattamente come facciamo noi». Un’impostazione rivelatasi efficace sul campo, come confermato da Nevena Senior, una delle campionesse coinvolte: «Hanno fatto un lavoro eccezionale», ha aggiunto, «penso sia in grado di leggere i suoi avversari molto meglio di quanto facciano molti umani ed è stato sorprendente notare la capacità di sfruttare gli errori dei rivali a suo vantaggio. Noi ci arriviamo con anni di esperienza a risultati del genere».

NooK, il software che ha stracciato otto campioni mondiali di bridge
Negli scacchi, sono stati diversi i tornei che hanno visto contrapposti uomini e robot (Twitter)

Se la tecnologia straccia l’intuito

Quello di NooK, ovviamente, non è stato il primo caso in cui l’intelligenza artificiale ha fatto le scarpe all’intuito umano. Tra 1996 e 2016, infatti, sono stati diversi gli episodi degni di nota: dallo scontro tra Deep Blue e Garry Kasparov in un match di scacchi agguerritissimo a quello di Watson, il computer di IBM che, nel 2011, ha sfilato dalle mani dei campioni del quiz televisivo Jeopardy un montepremi da 1 milione di euro.