L’era Covid ci ha tolto per molti mesi il piacere di andare al cinema, a teatro e ai concerti, di cenare fuori e di fare sport in compagnia. Durante i vari lockdown la cura del proprio corpo è stata uno dei pochi momenti in cui abbiamo assaporato il gusto della normalità. Ora che ne stiamo faticosamente uscendo, però, anche l’ora alla settimana dedicata al colore delle unghie torna a essere un tempo troppo lungo. Per questo tre start-up sono già al lavoro per ridurre di due terzi i 3.120 minuti l’anno che una donna media dedica allo smalto. Gli investitori non mancano. Del resto quello delle unghie è un business che non teme flessioni: a livello mondiale vale 10 miliardi di dollari, con un tasso di crescita previsto dell’11,6 per cento nei prossimi cinque anni. Cifre che potrebbero essere ancora maggiori se prodotti come Noon, la linea di smalti Layla lanciata da Fedez, che ne è anche testimonial, riusciranno a convincere anche una buona percentuale di uomini a diventare clienti di estetisti e nail bar, i centri specializzati in manicure e smalti.
Le tre start-up che faranno concorrenza a estetiste e nail bar
Negli ultimi anni questi ultimi hanno aperto a decine nel nostro Paese, spesso fornendo un servizio rapido ed economico. Presto però potrebbero essere messi in difficoltà dalla concorrenza di aziende come Nimble, Clockwork e Coral. Sia pur con modelli di business leggermente diversi, le tre start-up stanno lavorando più o meno allo stesso prodotto: una macchina delle dimensioni di un tostapane che colora le unghie da sola, in 10 minuti circa e a un prezzo assai contenuto. Si scelgono i tre flaconcini con base, colore e top coat, si infila la mano nella macchinetta e via. Mentre in un nail bar o dall’estetista per la stessa operazione è necessaria mezz’ora.

Nimble è la creatura di Omri Moran, imprenditore israeliano trasferitosi a Brooklyn. L’idea gli è venuta cinque anni fa, dopo aver aspettato per mezz’ora una ragazza la sera del loro primo appuntamento. Il motivo del ritardo era una manicure andata per le lunghe. Perché non creare un prodotto che permettesse di mettersi lo smalto a casa in pochi minuti? La storia in fondo non è tanto diversa da quella di Travis Kalanick, che nel dicembre del 2008 inventò Uber dopo aver passato lunghi minuti nell’infruttuoso tentativo di chiamare un taxi in una gelida serata parigina. Ma prima di parlare di «Uber dello smalto» cerchiamo di capire come funzionano queste macchinette e quanto potrebbero costare.
L’idea che conquista gli investitori
Il “cuore” del servizio è un software basato sul machine learning, una branca dell’intelligenza artificiale che si occupa di creare sistemi che apprendono o migliorano le performance in base ai dati che utilizzano. Il software è in grado di distinguere l’unghia dalla pelle che la circonda, grazie alla scansione di migliaia di immagini di unghie, che confluiscono in un unico grande database. Nella macchina è presente una piccola fotocamera che a ogni utilizzo scatta foto alle unghie dell’utente. Al momento i progetti di tutte e tre le start-up si limitano al colore: lo sviluppo di un prodotto in grado anche di tagliare e limare le unghie è considerato troppo complesso, e troppo alti i rischi in caso di errore. Nonostante questo limite, però, tutte e tre sono state in grado di assicurarsi finanziamenti non indifferenti.

Clockwork prevede di piazzare le proprie macchine in uffici, negozi e persino condomini, e al momento può contare su 3,2 milioni di dollari di finanziamenti, cui ha contribuito anche Julie Bornstein, la fondatrice di The Yes, lanciatissima app per lo shopping. Nel frattempo ha battuto sul tempo la concorrenza aprendo un negozio pop-up nel Marina District di San Francisco, dove per 7 dollari e 99 si può provare il servizio, precedentemente testato presso la sede di Dropbox, dove Renuka Apte e Aaron Feldstein, i due fondatori della start-up, si erano incontrati per la prima volta. Nimble si è invece rivolta al crowdfunding, ricavando ben 10 milioni di dollari da una campagna Kickstarter. L’obiettivo è quello di produrre un vero e proprio elettrodomestico da vendere al prezzo di 399 dollari (ma chi ha partecipato alla campagna avrà diritto a uno sconto di 150 dollari). Il costo non è contenuto ma, per esempio, in una famiglia con una madre e due figlie adolescenti il risparmio di tempo e di denaro potrebbe rendere l’offerta appetibile. A 4,3 milioni di dollari ammonta invece il finanziamento di Coral, che punta anch’essa a un elettrodomestico da vendere al prezzo di 100 dollari circa, un prezzo decisamente inferiore a quello di Nimble anche perché, al momento, il prototipo prevede che nella macchina si infili solo un dito alla volta. Sarà la fine della manicure così come la conosciamo? «Non credo», commenta tranquilla Liliana Guo, imprenditrice di origine cinese proprietaria di un nail bar a Milano in zona City Life. «Magari in futuro metterò queste macchine anche nel mio salone, ma ci sono servizi che solo una persona esperta può fare. E poi in un nail bar ci si va anche per essere coccolati. Esiste già una macchina per fare le coccole?».