La proposta è stata rispedita al mittente. L’affondo di Sky: un’offerta di 500 milioni per aggiudicarsi le partite della prossima Serie A si è rivelata un colpo a salve. La cifra sarebbe dovuta servire a Sky per ottenere l’App di Dazn sul proprio set box, oltre alla possibilità di mettere a disposizione dei clienti un canale Tv in cui guardare i match. In discussione ci sono sette gare per ogni giornata. Le restanti tre saranno infatti trasmesse in coesclusiva.
Il colosso britannico della webtv, però, ha detto no, forte di un accordo, raggiunto a marzo, che vale 2,5 miliardi per tre stagioni. A riferire del botta e risposta è stata l’agenzia Bloomberg. Dazn dal canto suo ha già messo sul piatto un investimento da un miliardo con lo scopo di potenziare un’offerta che in passato ha accusato qualche problema, scatenando le potreste degli utenti. Acqua passata, perché adesso lo scenario dovrebbe essere totalmente ribaltato, merito anche del supporto e dell’alleanza con Tim.
I rimpianti di Sky
Sky, forte del ruolo di assoluto protagonista maturato negli anni, ha probabilmente sottovalutato la portata della concorrenza e il valore complessivo del pacchetto Serie A, dando luogo nel momento decisivo a un’offerta e una proposta editoriale non ritenuta all’altezza di un campionato, comunque, tra i più importanti al mondo.
Un errore, realizzato tardi, e sul quale sta provando a mettere in fretta e furia una pezza, sperando di ovviare al preoccupante calo degli abbonamenti, ovvia conseguenza della perdita del campionato, con una politica di forti sconti.
Sky alla fine paga anche l’atteggiamento complessivo tenuto negli ultimi dodici mesi, durante i quali sul fronte dei diritti prima ha giocato al ribasso, forse convinta di poter continuare a tenere il calcio risparmiando sui costi. Successivamente, vistasi superata ha cercato – ad asta aperta – prima di convincere i singoli club a non abbandonare l’emittente, poi di citare in giudizio la Serie A, rispetto alla stessa procedura di assegnazione dei diritti.