Vaccinarne uno per educarne cento

Redazione
19/07/2021

La Cina ha venduto e regalato milioni di dosi in tutta l'Asia per rinforzare il suo storytelling sulla pandemia. Ora però Thailandia e Indonesia stanno scaricando Sinovac e Sinopharma perché poco efficaci. Un boomerang per il Dragone.

Vaccinarne uno per educarne cento

Nelle ultime settimane in Asia sono aumentate le preoccupazioni circa la reale efficacia dei vaccini made in China, il Sinovac e il Sinopharm. Ora, come scrive la Bbc, molti Paesi del continente che avevano centrato la campagna di immunizzazione su questi farmaci hanno fatto un passo indietro e sono pronti a cambiare vaccino. Un dietrofront che ha fatto sorgere più di un dubbio: veramente il punto è la scarsa efficacia dei vaccini cinesi o alcuni governi cercano di arginare la “diplomazia” sanitaria messa in atto da Pechino?

Thailandia e Indonesia scaricano Sinovac e optano per il mix and match

La scorsa settimana, la Thailandia ha annunciato un cambio nella sua politica vaccinale: invece di prescrivere due dosi di Sinovac, ora opta per il mix and match: la prima dose di Sinovac e la seconda di AstraZeneca. Vale anche per gli operatori sanitari che faranno un richiamo diverso. Anche l’Indonesia aveva annunciato una mossa simile: i medici e gli infermieri dopo aver ricevuto Sinovac aspettano la dose di Moderna. Questo perché, sempre secondo i due Paesi, nonostante centinaia di operatori fossero stati completamente vaccinati con il Sinovac, si erano comunque ammalati di Covid. E, alcuni di loro, due in Thailandia e 30 in Indonesia, erano morti. Entrambi in Paesi stanno combattendo contro l’insorgenza di nuovi focolai, con un numero record di contagi. Tanto che l’Indonesia, con 56.757 nuovi casi solo tra il 15 e il 16 luglio, è considerata il nuovo epicentro della pandemia in Asia con ospedali ancora sovraffollati e carenze di ossigeno. Lo Stato-arcipelago del sudest asiatico da 270 milioni di abitanti ha registrato finora oltre 2,7 milioni di casi mentre le dosi somministrate sono state 54,5 milioni. Altri Paesi asiatici come Filippine e Cambogia continueranno invece a utilizzare i vaccini made in China.

La protezione di Sinovac e Sinopharm e la variante Delta

Ma quanto sono realmente efficaci i vaccini cinesi? Gli studi clinici internazionali hanno dimostrato che Sinovac e Sinopharm, a vettore virale, hanno una efficacia dal 50 al 79 per cento nella prevenzione dell’infezione sintomatica, mentre sono molto efficaci nel prevenire ospedalizzazioni e decessi (fino al 100 per cento in Brasile e dal 96 al 98 per cento tra gli operatori sanitari indonesiani). Il numero elevato di infezioni in soggetti completamente vaccinati potrebbe dipendere quindi da altri fattori. Come spiega Benjamin Cowling, epidemiologo dell’Università di Hong Kong, il primo fattore è il tempo. Uno studio thailandese pubblicato questa settimana ha infatti dimostrato che gli anticorpi presenti in persone completamente vaccinate con Sinovac si dimezzano ogni 40 giorni. C’è poi da considerare la variante Delta rilevata nel 60 per cento dei casi in indonesia e nel 26 per cento dei casi a Bangkok. Non sono ancora disponibili dati pubblici della loro efficacia sulle varianti, vero è che alcune ricerche preliminari suggeriscono che la copertura potrebbe essere inferiore del 20 per cento, almeno contro la Delta. Bisogna poi sfatare il mito che il vaccino renda immuni al 100 per cento: mentre è provato che eviti nella maggior parte dei casi ospedalizzazioni e decessi. Dati più accurati potrebbero arrivare dalla Cina, dove oltre 630 milioni di persone hanno ricevuto la prima dose di vaccino. Non è però noto quanti abbiano completato il ciclo. Va però detto che il controllo capillare da parte delle autorità argina sul nascere nuovi possibili focolai.

Caos e manifestazioni in Thailandia

L’Asia ha ricevuto il maggior numero di vaccini cinesi. La Cina ha venduto e donato i due farmaci anche per questioni politiche e diplomatiche. Pechino si «sforza per cambiare la narrativa: da epicentro della pandemia globale, la Cina intende mostrarsi come una grande potenza scientifica», ha spiegato Ian Chong docente di Scienze politiche all’Università Nazionale di Singapore. La Cina con le sue forniture ha inoltre colmato il gap tra Paesi poveri e Paesi ricchi: in molti angoli del mondo è meglio avere una protezione che nessuna è il mantra. Per questo il passo indietro annunciato da Indonesia e Thailandia potenzialmente danneggia lo storytelling che Pechino ha cercato di costruire dopo lo scoppio della pandemia. In Thailandia – dove nelle ultime 24 ore i nuovi contagi sono stati 11.784, 81 ii decessi – la situazione è incandescente. Molti cittadini rifiutano Sinovac, convinti della sua scarsa efficacia. A questo si somma una grande sfiducia nei confronti del governo thailandese. Domenica 18 luglio centinaia di manifestanti sono scesi nelle strade di Bangkok per chiedere le dimissioni del primo ministro Prayuth Chan-ocha e chiedendo l’introduzione di vaccini a Mrna messaggero come Pfizer o Moderna.