Sinisa Mihajlovic non ce l’ha fatta. L’allenatore ed ex calciatore ha lottato fino all’ultimo contro la malattia che lo tormentava da tempo. Le sue frasi, però, sono diventate un faro non solo per il mondo del calcio. Eccone alcune.
Sinisa Mihajlovic, le frasi che hanno fatto la storia del calcio
«Da quando ho cominciato la carriera di allenatore non ho mai smesso di studiare, aggiornarmi, mi confronto con colleghi stranieri, leggo tanto. Mi è servito tutto, anche qualche esperienza meno fortunata. Non si finisce mai di crescere» ricordava. «Le palle uno le ha o non le ha. Però l’allenatore deve farsi seguire. Io sono sicuro che se dico ai miei di buttarsi dal tetto loro prima lo fanno e poi mi chiedono perché». Per lui, la famiglia ha sempre avuto un ruolo importante. «Quando ho visto per la prima volta mia moglie, l’ho guardata e ho pensato: se avessi dei figli con lei, chissà come sarebbero belli… Ne sono venuti cinque, uno più bello dell’altro» ripeteva.

Anche gli amici lo ricordano con affetto, soprattutto nelle uscite dove si dimostrava un campione come in campo. «Prima della guerra per andare dai miei genitori dovevo fare 1,4 km, ma senza ponti eravamo costretti a un giro di 80 chilometri. Per mesi la gente ha sofferto ingiustamente. Bombe su ospedali, scuole, civili: tutto spazzato via, tanto non faceva differenza per gli americani. Sul Danubio giravano solo delle zattere vecchie. Come la giudico? Ho ricordi terribili, incancellabili, inaccettabili» ricordava.
Le frasi anche sulla malattia
«Dobbiamo attaccarli alti in campo e fare gol. Io devo usare la stessa tattica che mi piace giocando a calcio. Io la sfida con la leucemia la vincerò. Per tutti quelli che mi vogliono bene. Per me». Così il calciatore e poi allenatore affrontava la lotta contro il cancro dal 2019. «Quando la vivi, all’inizio, è bruttissima ma dopo se hai la forza di reagire e riesci ad andare avanti nella vita è tutto di guadagnato perché capisci quali sono le cose importanti e sai che quello che può succedere è sicuramente meno peggio della guerra» aggiungeva.

Le frasi di Mihajlovic restano un faro anche dopo la sua scomparsa. «Non penso di essere un eroe, sono un uomo normale con pregi e difetti. Ho solo affrontato questa cosa per come sono io, ma ognuno la deve affrontare come vuole e può. Nessuno deve vergognarsi di essere malato o di piangere. L’importante è non avere rimpianti e non perdere mai la voglia di vivere e di combattere».