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Vedo verde

Come ti Lego i coralli

A Singapore un team di ricercatori sta ricostruendo il reef con i celebri mattoncini. Una volta cresciuti su una base solida, gli animali saranno rilasciati in acque libere.

26 Ottobre 2021 12:32 Fabrizio Grasso
A Singapore, gli scienziati usano i Lego per aiutare la sopravvivenza di vari organismi marini come coralli, invertebrati e cirripedi

Lego per aiutare i coralli. Non si tratta di un nuovo gioco, ma di un esperimento scientifico in corso a Singapore dove un team di esperti sta utilizzando i famosi mattoncini per riparare le barriere coralline danneggiate da decenni di bonifiche, sviluppo costiero e attività portuali.

Con i Lego si ricostruiscono le barriere coralline

«Avevamo bisogno di creare superfici piatte e stabili su cui far posare gli animali», ha dichiarato a Vice Neo Mei Lin, biologa marina e ricercatrice senior del Tropical Marine Science Institute nonché tra gli autori dello studio della National University of Singapore. «I mattoncini Lego, essendo rimovibili, si sono rivelati molto utili per tenere in posizione coralli e vongole giganti. Le nostre aree non saranno belle e colorate come l’Australia o le Maldive, ma sono molto resistenti».

Scientists in Singapore are trying to rebuild their coral reefs using Lego bricks. They want to create stable surface for marine life to rest on. Cynthia P. #wedbad415 #legos
PC: Wallace Woon pic.twitter.com/gzDpERk7cn

— Valley View News (@ValleyViewNews) May 5, 2021

In una struttura offshore al largo della costa, gli esperti hanno collocato file di vasche di acqua salata con frammenti di corallo, cirripedi e invertebrati come ricci e cetrioli di mare. I Lego, donati da amici e colleghi degli scienziati, sono ora fondamentali per creare un supporto a tali organismi fino a quando non verranno riportati in acque libere. A quel punto si procederà con la rimozione dei mattoncini che verranno poi riutilizzati in futuro. «Nel bene e nel male, i Lego sono molto longevi», ha continuato Jani Tanzil, collega di Neo presso il centro di ricerca. «Per questo potremo usarli molte volte per tanti anni».

Fondamentale il calo del traffico durante la pandemia

Grazie alla collaborazione con il National Parks Board, Neo e Tanzil sperano così di contribuire alla resilienza della popolazione di coralli locali e magari facilitare la loro espansione. «Lo sviluppo del territorio colpisce duramente il mare», ha proseguito Tanzil. «Ne vediamo continuamente gli effetti su coste, mangrovie e alghe». Per farlo, tuttavia, occorreranno tempo e dedizione, tanto che il processo di ripristino potrebbe richiedere molti anni. Secondo gli esperti, a complicare le cose sarebbero le complessità che circondano il corallo, tra cui il suo lento tasso di crescita.

A Singapore, gli scienziati usano i Lego per aiutare la sopravvivenza di vari organismi marini come coralli, invertebrati e cirripedi
Un corallo supportato dai mattoncini Lego (Twitter)

Fondamentale è stato il blocco del traffico navale provocato dalla pandemia. Il significativo calo di intensità nell’attività portuale ha infatti garantito lo sviluppo delle popolazioni marine, tanto che alcuni pescatori locali hanno avvistato aquile di mare e squali balena che non si vedevano da anni. «La pandemia ci ha dimostrato che il mondo potrebbe lavorare coeso per un obiettivo comune, se solo lo volesse», ha proseguito Neo. «Questi tempi ci hanno anche ricordato l’importanza di apprezzare la natura».

LEGGI ANCHE: La battaglia dei ricercatori australiani per salvare la flora della barriera corallina

I piani green di Singapore e Hong Kong

Nel corso degli ultimi anni, Singapore ha perso la metà delle sue barriere coralline a causa degli scarichi in mare. Questi ultimi hanno avuto pesanti ripercussioni anche sui fondali e alcune specie, oggi in via d’estinzione. L’aiuto umano però potrebbe risultare cruciale. Di recente, Neo e Tanzil hanno avvistato alcune spugne della coppa di Nettuno, credute estinte nelle acque di Singapore per via della pesca intensiva.

«Vogliamo portare l’attenzione collettiva su creature di cui la popolazione spesso si dimentica», hanno concluso le scienziate. «È facile capire perché dobbiamo salvare delfini e balene, ma dobbiamo anche pensare anche a molluschi e ricci di mare». Il «piano blu» di Neo e Tanzin non è il solo. Molti altri scienziati hanno deciso di ricorrere a mezzi non convenzionali per la salvaguardia del mare e dei suoi abitanti. A Hong Kong, per esempio, alcuni biologi si sono rivolti alla stampa 3D per ripopolare le barriere coralline vessate dall’attività umana e dal clima.

Tag:Economia circolare
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