Singapore, abrogata la legge che vietava i rapporti omosessuali
Benvenuti nel 2022: il primo ministro di Singapore Lee Hsien Loong ha finalmente cancellato la legge 377A che puniva con il carcere i rapporti carnali fra uomini. Soddisfatti gli attivisti Lgbtq+, ma non si fa accenno alle coppie di donne. E per i matrimoni bisogna aspettare.
Singapore abbraccia l’omosessualità. Il primo ministro Lee Hsien Loong ha infatti annunciato l’abrogazione della legge 377A che puniva i rapporti sessuali fra cittadini maschi con due anni di reclusione. Nessun accenno invece al sesso fra donne o con persone transessuali. Eredità del passato colonialista dell’Impero britannico, era rimasta in vigore anche dopo l’indipendenza nazionale del 1965. La decisione rappresenta un ulteriore passo in avanti sul tema dei diritti da parte di Singapore, che in precedenza aveva pensato di mantenere la legge pur senza applicarla. Soddisfatti gli attivisti Lgbtq+ del Paese, che però non possono ancora gridare al successo. Invariata la posizione dello Stato in merito ai matrimoni, consentiti solo fra uomo e donna in nome degli ideali conservatori.

L’annuncio del primo ministro di Singapore e la soddisfazione degli attivisti Lgbtq+
La tanto attesa dichiarazione del premier Lee Hsien Loong è giunta sabato sera con un annuncio in diretta alla tivù nazionale. Il primo ministro ha dichiarato che «si tratta della cosa giusta da fare e una mossa che la maggior parte dei cittadini di Singapore accetterà». La decisione di cancellare la legge 377A contribuirà ad allineare la nazione con «gli attuali costumi sociali» e fornirà sollievo ai cittadini omosessuali fino ad ora costretti a nascondere la loro indole. «Il comportamento sessuale fra adulti consenzienti non solleva alcun problema legale, pertanto non c’è giustificazione per perseguire tali individui», ha proseguito Lee. Eredità colonialista dell’Impero britannico, la legge 377A criminalizzava le unioni carnali fra cittadini maschi ma di fatto rendeva illegale l’omosessualità. Nonostante il carattere conservatore, la scena Lgbtq+ di Singapore è nettamente in crescita negli ultimi anni.

«Finalmente ce l’abbiamo fatta». A parlare con la Bbc è l’attivista gay Johnson Ong, felice per l’ingresso di Singapore in un futuro di parità e riconoscimento dei diritti universali. «Forse ci è voluto troppo tempo, ma finalmente questa legge sarà solo nei libri di storia». Altri attivisti Lgbtq+ hanno salutato la notizia come un «trionfo dell’amore sulla paura conquistato a fatica nel tempo». Eppure non possono gridare ancora al pieno successo. Nel suo discorso, Lee Hsien Loong ha detto che per il momento nulla cambierà invece per i matrimoni, che per definizione saranno fra un uomo e una donna. «I bambini devono crescere in queste famiglie», ha detto il primo ministro di Singapore. «L’unione tradizionale deve rimanere elemento fondante della nostra società». Nel frattempo non mancano le critiche dei più conservatori, che hanno lamentato la mancanza di «tutele complete» assieme all’abrogazione della legge.
L’abolizione delle condanne gay fra India, Thailandia e Taiwan
La legge 377A non è eredità solo di Singapore, ma continua a esistere in diverse parti di Asia, Africa e Oceania. Come sottolinea la Bbc Kenya, ma anche Malesia e Myanmar ancora conservano altre versioni della norma che criminalizza i «rapporti contro l’ordine di natura con qualsiasi uomo». Non mancano però altri casi di abolizione negli ultimi anni. Nel 2018, la Corte suprema indiana ha abolito la 377A con un verdetto storico che ha fatto da apripista per altre nazioni. L’anno successivo infatti l’ha abrogata anche Taiwan, mentre lo scorso giugno la Thailandia ha approvato un progetto di legge che consente le unioni tra persone dello stesso sesso.
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