La censura cinese non lascia liberi nemmeno i Simpson. A Hong Kong, un episodio della celebre serie animata di Fox, disponibile sulla piattaforma streaming Disney+, è stato infatti eliminato dal catalogo. La puntata in questione, la 12esima della 16esima stagione, ritrae Homer e famiglia durante una visita a Piazza Tienanmen, teatro delle celebri proteste del 1989.
I Simpson, la trama dell’episodio rimosso da Disney+ a Hong Kong
Sebbene sia disponibile in Italia dal 23 febbraio scorso, la piattaforma streaming della casa di Topolino è sbarcata sul mercato di Hong Kong solo all’inizio del mese in corso. I fan de I Simpson hanno però subito notato l’assenza di una puntata all’interno del catalogo. L’episodio, che in italiano ha il titolo Adozione made in Cina (bimba in adozione, marito in prestito), vede Homer e Marge recarsi insieme ai tre figli Bart, Lisa e Maggie in Cina con l’obiettivo di adottare un bambino.

Durante il viaggio giugono anche a Piazza Tienanmen dove trovano una targhetta che cita «Su questo sito, nel 1989, non è successo niente», chiara satira della censura cinese per cancellare i ricordi delle proteste. L’episodio segue anche la famiglia Simpson durante la visita ai resti di Mao Zedong e a una fila di carri armati di Pechino, riferimento alla foto Tank Man scattata durante la rivolta studentesca dell’89.
Le nuove leggi del Paese e la posizione di Netflix
Come riporta The Hollywood Reporter, Hong Kong ha di recente approvato una serie di leggi che minano la libertà dei cittadini. In estate, il governo ha interdetto la proiezione e la distribuzione di film pericolosi per la sicurezza nazionale della Cina. Per i trasgressori è prevista una pena di tre anni di reclusione e una multa pari a 130 mila dollari. Poco chiare invece le regole sui servizi streaming, tanto che come riporta il Guardian non vi sono certezze se Disney abbia rimosso il contenuto di sua iniziativa o sotto pressione governativa. La scorsa settimana, la leader del Paese Carrie Lam ha promesso l’introduzione di nuove norme contro le fake news sulle piattaforme online.
Intanto, Netflix continua a mantenere nel suo catalogo Joshua: Teenager vs. Superpower, documentario del 2017 sull’attivista Wong, divenuto emblema dei moti del 2014. «Le nuove leggi hanno distrutto le ultime vestigia della libertà di parola», ha detto all’Hollywood Reporter Joe Piscatella, regista del progetto. «Il risultato è l’autocensura dei registi stessi, costretti a mettere in discussione ogni contenuto passibile di denuncia su suolo cinese».
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