Il regista Silvio Soldini, già autore di Pane e tulipani e 3/19, dirigerà Le assaggiatrici, adattamento per il cinema dell’omonimo romanzo di Rosella Postorino. Al centro della storia un gruppo di donne tedesche che, a partire dal 1943, furono costrette a testare tutti i pasti da servire a Hitler, che temeva un attentato alla sua vita. L’intera vicenda trae ispirazione dalla storia vera di Margot Wölk, l’unica delle 15 assaggiatrici del Reich nella caserma di Krausendorf ad essere sopravvissuta. La sceneggiatura sarà curata, oltre che dallo stesso Soldini, da Cristina Comencini, Ilaria Macchia (Petra) e Giulia Calenda (Come un gatto in tangenziale) e si concentrerà sulla componente umana delle protagoniste. La produzione inizierà il prossimo autunno, ma sono ancora ignoti il cast e la potenziale data di uscita.

Le assaggiatrici, la storia vera che ha ispirato la trama del film
Nel 1943, Adolf Hitler si rifugiò nella Tana del Lupo, quartier generale costruito nella foresta poco lontano dalla cittadina polacca Ketryzn, l’allora prussiana Rastenburg. Improvvisamente, però, iniziarono a circolare voci secondo cui gli inglesi volessero avvelenare il Führer contaminando il suo cibo. Per questo, gli ufficiali delle SS costrinsero 15 donne dei villaggi vicini ad assaggiare i pasti da servire a Hitler prima di servirlo alla sua tavola. Fra queste c’era anche Margot Wölk (che nel romanzo Le assaggiatrici ha il nome fittizio Rosa), allora 25enne di Parcz, il cui marito combatteva sul fronte russo. «Dovevamo finire il piatto», ha detto nel 2014 al canale televisivo tedesco Rbb. «Poi dovevamo aspettare un’ora sotto stretta sorveglianza, sperando di non sentirci male o morire».

«Hitler non mangiava mai carne», ha proseguito nel racconto la signora Wölk. «Non l’ho mai incontrato, ho visto soltanto il suo cane alsaziano Blondi che ogni tanto faceva qualche incursione nella stanza». I controlli già rigidissimi, si inasprirono ancor di più dopo un fallito attentato nel luglio 1944. Qualche mese dopo, tuttavia, Wölk riuscì a fuggire con le sue compagne sfruttando la conoscenza di un ufficiale tedesco, che le fece salire su un treno per Berlino. Durante il tragitto, però, finirono nelle mani dei militari dell’Armata rossa che le violentarono per due settimane. Un orrore che impedì a Margot di avere figli per il resto della vita. «Avrei tanto voluto una bambina», ha dichiarato a Rbb. Nonostante il rientro del marito dal fronte nel ’46, la coppia si divise per via delle terribili esperienze patite durante la guerra. La signora Wölk è deceduta nel 2014, poco dopo aver raccontato la sua storia al mondo.
Il successo del romanzo pubblicato in 46 Paesi
Tradotto in 32 lingue diverse, il romanzo Le assaggiatrici è stato pubblicato in 46 Paesi diversi e ha venduto oltre 500 mila copie. In Italia ha ricevuto il plauso generale della critica, tanto da aggiudicarsi una ricca serie di riconoscimenti letterari. Spicca il Premio Campiello, cui si sono aggiunti nel tempo anche il Rapallo, il Pozzale e il Premio Penne, solo per citarne alcuni. In Francia ha invece ottenuto il prestigioso Prix Jean-Monnet. Per quanto riguarda il film, come ha riportato Variety, Vision Distribution è attualmente al Festival di Cannes per stringere accordi sulla distribuzione internazionale. Si tratterà di una co-produzione fra Italia, grazie alla Lumiere & Co di Milano, con la belga Tarantula e l’elvetica Tellfilm.
