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Silvio Berlusconi e la vecchia storia delle pensioni a 1.000 euro

Il Cav entra in campagna elettorale promettendo un milione di nuovi alberi l’anno (meno impegnativi del milione di posti di lavoro promesso nel 1994) e pensioni a 1.000 euro. Una costante di ogni elezione.

22 Luglio 2022 17:50 Redazione
Berlusconi e la vecchia storia delle pensioni a 1000 euro

La campagna elettorale è cominciata. E Silvio Berlusconi non sta nella pelle, dicono i suoi. Intervistato dal Tg5 il Cav non ha perso tempo e ha snocciolato i punti chiave del suo programma: «Meno tasse, meno burocrazia, meno processi, più sicurezza, per i giovani, per gli anziani, per l’ambiente e poi la nostra politica estera». Un programma che si basa sulla  «tradizionale lotta alle tre oppressioni: l’oppressione fiscale, l’oppressione burocratica l’oppressione giudiziaria».

Pensioni a 1.000 euro, non proprio una idea nuova

Il Cav è partito in quarta con le prime promesse: portare le pensioni minime a 1.000 euro. Non esattamente una idea nuova che viene riproposta a ogni occasione utile, a partire dal lontano 2001 quando promise di portare l’assegno a un milione di vecchie lire. Questo giro ha aggiunto sul piatto pure un milione di alberi l’anno, sicuramente meno impegnativi del famoso milione di posti di lavoro promesso quando discese in campo nel 1994. Che diventarono un milione e mezzo sette anni dopo nel Contratto con gli italiani siglato da Bruno Vespa.

Berlusconi e la vecchia storia delle pensioni a 1000 euro
Berlusconi firma il contratto con gli italiani a Porta a Porta.

Pensioni dignitose a tutti, anche alle mamme

Che il Cav abbia da sempre un occhio di riguardo per pensionati e anziani è risaputo. Anche perché ormai tra aumento dell’età media, calo delle nascite e fughe di cervelli e braccia, l’Italia è diventata, parafrasando il film di Ethan Coen, un Paese di e per vecchi. Riavvolgendo il nastro, nel maggio 2019 a Corriere.tv Berlusconi annunciava fiero: «Una delle cose che faremo noi col prossimo governo è aumentare a 1.000 euro, per 13 mensilità, le pensioni minime». Una riedizione della promessa elettorale fatta nella campagna dell’anno precedente: «Porteremo a 1.000 euro le pensioni di tutti i dipendenti e anche di coloro che sono afflitti da disabilità e daremo la pensione a 67 anni a coloro che lavorano di notte, d’estate…». Un anno prima, nel novembre 2017 – a Palazzo Chigi c’era Paolo Gentiloni – il Cav dichiarava: «Oggi nessuno anziano può vivere con una pensione minima di 500 euro: oggi è doveroso e indispensabile aumentare almeno a 1.000 euro i minimi pensionistici. Nessun anziano deve essere escluso da questa misura, comprese le nostre mamme che hanno lavorato tutti i giorni a casa e che devono poter avere vecchiaia dignitoso». Mentre a maggio, in vista delle Amministrative di quell’anno, dichiarava: «Tutti hanno diritto di vivere la propria vecchiaia in maniera decorosa, senza preoccupazioni e senza privazioni materiali o morali. Per questo garantiremo a tutti una pensione minima di 1.000 euro non tassabili per 13 mensilità, restituendo a tutti gli anziani la dignità del loro passato di protagonisti nella società, per il valore umano e l’esperienza di cui sono portatori».

La parentesi delle dentiere e delle cure veterinarie gratis

Ancora indietro nel tempo, nel 2014, per le Europee del 25 maggio Silvio strizzava gli occhi agli over 70 promettendo dentiere gratis per tutti. In quell’occasione, per onore di cronaca, promise anche cure veterinarie gratis per chi non poteva permettersi le spese. L’effetto Dudù. Tornando ai pensionati, nel 2013 aveva ricavalcato il tema: «Bisognerà pensare ai pensionati facendo come abbiamo fatto e cioè quando portammo più di un milione pensionati a un aumento delle pensioni che consente di sopravvivere». E nel 2008? «La nostra proposta è condivisa dal Partito dei pensionati che ora sta con noi e prevede l’innalzamento delle pensioni minime, l’adeguamento al costo della vita di tutte le pensioni fino al livello di mille euro al mese».

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