Anche il calcio piange Silvio Berlusconi. L’ex presidente del Consiglio ha dedicato al pallone, sua grande passione, oltre 30 anni di vita, salendo più volte sul tetto del mondo. Per 31 anni proprietario del Milan, di cui fu anche presidente dal 1986 al 2004, ha messo in bacheca 29 trofei fra scudetti, Champions League e Coppe intercontinentali. Dal 2018 era alla guida del Monza, che nel 2022 ha portato in Serie A per la prima volta nella sua storia. Celebre il suo lungo sodalizio con Adriano Galliani, storico amministratore delegato delle due società, con cui ha portato in Italia i migliori campioni. Dalla scelta di Arrigo Sacchi al trio di olandesi, fino all’ultimo trionfo di Doha con i rossoneri e la salvezza dei brianzoli, le tappe più importanti della sua carriera nello sport.

Silvio Berlusconi, i più grandi successi nello sport fra Milan e Monza
Il sodalizio con Galliani e il ricordo di Arrigo Sacchi all’Ansa
L’era di Silvio Berlusconi nel calcio ebbe inizio il 20 febbraio 1986 al Milan, squadra di cui era tifoso sin da bambino grazie al padre Luigi. Pochi mesi dopo si unì a lui Adriano Galliani come amministratore delegato, aprendo un rapporto di lavoro che avrebbe attraversato le epoche. Il suo impatto nello sport fu subito chiaro quando, in quell’estate, presentò la squadra ai tifosi facendola atterrare con gli elicotteri. «Capimmo subito che il vento stava cambiando», ha poi detto Franco Baresi, bandiera dei rossoneri, che oggi lo ha salutato «come un padre». L’anno successivo, con l’esonero di Liedholm che divise l’opinione pubblica, Berlusconi scelse Arrigo Sacchi, che oggi lo piange come «amico geniale». «Gli devo tutto», ha detto l’ex tecnico all’Ansa. «Ha cambiato il Paese».
Lo scudetto contro il Napoli di Diego Armando Maradona
Con Sacchi alla guida del Diavolo, Silvio Berlusconi vinse tutto. Il primo trofeo giunse nel 1988, quando il Milan si aggiudicò l’11esimo scudetto della sua storia. Una cavalcata trionfale che si completò soltanto dopo una lotta incredibile con il Napoli di Diego Armando Maradona, che fu anche capocannoniere della stagione. In rosa c’erano già alcuni dei fautori dei successi degli anni seguenti, dal capitano Baresi alla nuova stella Paolo Maldini. E ancora, Roberto Donadoni e due olandesi, Ruud Gullit e Marco Van Basten. Senza dimenticare Carlo Ancelotti, che ha salutato Berlusconi su Instagram parlando di una «tristezza che non cancella i momenti felici passati insieme».

Berlusconi e le Champions League con il trio degli olandesi
Al duo di olandesi, nella stagione 1988-89 si aggiunse Frank Rijkaard, fresco vincitore dell’Europeo in Germania Ovest. Con il loro contributo, Silvio Berlusconi vinse la prima delle sue cinque Champions League, allora Coppa dei Campioni, con il Milan. Il 24 maggio 1989 il Milan vinse 4-0 a Barcellona contro la Steaua Bucarest in una finale decisa proprio dal trio tulipano. In finale andarono a segni Rijkaard e Van Basten, autori entrambi di una doppietta. Nella stagione successiva il Diavolo vinse Supercoppa Europea e Italiana oltre al titolo Intercontinentale contro l’Atletico Nacional. Senza dimenticare il bis consecutivo in Europa a Vienna, dove il Milan batté il Benfica.

Il bis di scudetti con Fabio Capello in panchina
Conclusa l’era Arrigo Sacchi, nel frattempo divenuto commissario tecnico della Nazionale italiana, Silvio Berlusconi scelse per il Milan Fabio Capello. Ex centrocampista che giocò con i rossoneri fra 1976 e 1980, portò al Diavolo il 12esimo scudetto della sua storia, il secondo dell’era Berlusconi. Il primo di quattro successi, di cui tre consecutivi fino al 1994. Sotto la sua gestione, che durò fino al 1996, Berlusconi e Galliani portarono a San Siro Demetrio Albertini, Jean-Pierre Papin e Zvonimir Boban, ma salutò anche uno dei più grandi della storia rossonera. Nel 1995 il fuoriclasse olandese Van Basten diede l’addio al calcio ad appena 30 anni per i continui guai fisici.

Il 1994 fra il record Sebastiano Rossi e il 4-0 al Barcellona
Indimenticabile per i cuori rossoneri il 1994 in cui, oltre al terzo scudetto consecutivo, il Diavolo conquistò anche il tetto d’Europa. Il 18 maggio infatti ad Atene il Milan stese il favoritissimo Barcellona di Johan Cruijff con un sonoro 4-0. A segno Massaro, autore di due reti, Savicevic e Desailly. In campionato, invece, tutti i riflettori si concentrarono sul portiere Sebastiano Rossi, che segnò un incredibile record di imbattibilità. L’estremo difensore dei rossoneri mantenne la porta inviolata per 929 minuti, primato che resistette per 22 anni fino all’impresa di Gigi Buffon con la Juventus nel 2016, imbattuto per 973 minuti.

L’era Carlo Ancelotti e l’unica Coppa Italia di Berlusconi
Dopo Capello e il breve intermezzo di Alberto Zaccheroni e Fatih Terim, per riportare in alto il suo Milan Silvio Berlusconi scelse un’altra vecchia conoscenza di San Siro. Nel 2001 sbarcò infatti dalla Juventus Carlo Ancelotti, ex centrocampista che proprio sotto la presidenza del Cavaliere diede addio al calcio giocato. Fu lui a portare nella bacheca di Berlusconi l’unico trofeo ancora mancante, la Coppa Italia. Nell’edizione 2002-03, i rossoneri sconfissero in finale la Roma di un grande ex, Fabio Capello. La vittoria giunse pochi giorni dopo un altro storico trionfo, giunto da Manchester.

Le due Champions League vinte e la delusione Istanbul
Il 28 maggio 2003 ad Old Trafford il Milan aveva infatti vinto la Champions League, superando in finale la Juventus ai rigori dopo aver eliminato nel turno precedente l’Inter. Si trattò della quarta coppa personale di Berlusconi, la sesta per il Diavolo. Ne arrivò anche un’altra quattro anni dopo, nel 2007, ad Atene contro il Liverpool. Una vittoria che ebbe il sapore di rivincita dopo la più grande delusione dell’era Berlusconi. Nel 2005 Istanbul fu teatro della clamorosa sconfitta proprio contro i Reds ai rigori. Dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio 3-0, i rossoneri si fecero raggiungere in appena sei minuti.

L’ultimo trionfo nel 2016 con la Supercoppa di Doha
Proprietario del Milan fino al 2017, quando cedette il Milan al magnate cinese Yonghong Li, Berlusconi lasciò il Diavolo con un ultimo successo. Il 23 dicembre 2016, con Vincenzo Montella in panchina, il Diavolo vinse la Supercoppa Italiana a Doha contro la Juventus di Massimiliano Allegri, tra l’altro tecnico che nel 2011 aveva portato nella San Siro rossonera il 18esimo scudetto. Nei tempi regolamentari la rete di Giacomo Bonaventura al 38’ aveva risposto al vantaggio iniziale firmato da Giorgio Chiellini. Con questo ultimo trionfo, Berlusconi chiuse 31 anni a capo del Milan con 29 trofei, su cui spiccano otto scudetti, cinque Champions e altrettante Supercoppe europee.

L’approdo al Monza e la storica promozione
Lasciato il Milan, Silvio Berlusconi non ha saputo stare lontano a lungo dal mondo del calcio. Nel 2018 infatti, proseguendo il sodalizio con Adriano Galliani, ha rilevato la proprietà del Monza, che all’epoca militava in Serie C. Nel 2020, alla ripresa del campionato dopo la pausa per il Covid-19, tornò in Serie B dopo quasi 20 anni di assenza. Fu però nella stagione 2021-22 che, grazie alla guida di Giovanni Stroppa, ottenne la prima storica promozione nella massima divisione italiana, battendo il Pisa nella finale playoff.

L’ultimo successo di Berlusconi: la salvezza del Monza
Nell’ultima stagione, dopo un avvio complicato, Silvio Berlusconi ha chiamato alla guida del Monza il giovane Raffaele Palladino. Una scommessa che si è rivelata vincente, con una salvezza conquistata con varie giornate di anticipo e 52 punti a fine campionato. Nel mezzo le vittorie contro la Juventus, battuta sia al Brianteo sia allo Stadium di Torino, e contro l’Inter a San Siro. Senza dimenticare la vittoria contro il Napoli, già però matematicamente campione d’Italia, per 2-0. «Un vuoto che non potrà mai essere colmato, per sempre con noi. Grazie di tutto Presidente», è il tweet del Monza per salutarlo, che ha pubblicato anche un video omaggio. Cordoglio anche da parte del Milan, del Napoli e del Real Madrid, che ha salutato un «presidente leggendario».