Nei piani di Silvio Berlusconi, morto lunedì mattina all’età di 86 anni, la sua famiglia (ma anche i suoi amici più stretti) avrebbe dovuto essere sepolta tutta insieme. Non in un cimitero, bensì nel mausoleo che negli anni Novanta fece costruire all’interno del parco della sua villa di Arcore. Una grande sala (con tomba) centrale, con uno scalone monumentale e un portale di ferro e pietra, con un ambiente sotterraneo a cui si accede dal prato. Autore del progetto, comprendente trentasei loculi finora tutti vuoti, è il grande amico e scultore Pietro Cascella (morto nel 2008).
Il mausoleo di Berlusconi nella villa di Arcore
«Berlusconi mi disse: “Senti, io mi trovo a questo punto della vita, ho perso il padre (Luigi Berlusconi, morto nel 1989), vorrei che tu ti occupassi di questa cosa. Non farmi una cosa mortuaria, con le falci, le morti, i teschi, gli scheletri, quell’armamentario cimiteriale”», raccontava l’artista in un’intervista in merito alla richiesta del Cav. E fu così che pensò «all’alto, al cielo», andando a realizzare una grande opera in marmo bianco poi denominata Volta Celeste.
All’interno della struttura si accede passando per una scala in travertino. Il corridoio che conduce alla camera mortuaria con le tombe è chiuso da una porta scorrevole in pietra e sulle pareti è intarsiato un fregio con delle catene a simboleggiare il legame familiare e amicale. Al centro di tutto, il sarcofago bianco realizzato proprio per Berlusconi (i cui funerali verranno celebrati oggi e non si sa ancora dove verrà sepolto). Tra bassorilievi con frutta e cibo e un motore che riscalda e illumina tutto l’ipogeo, spiccano dodici colonne sovrastate da sfere, mezze sfere, piramidi e cubi. Il tutto per cento tonnellate di pietra e tre anni di lavoro.
Avrebbe dovuto ospitare anche gli amici più stretti
Al momento il mausoleo è vuoto e nessuno vi è mai stato sepolto. Anche la madre del Cav, deceduta nel 2008, riposa al cimitero Monumentale di Milano nella tomba di famiglia accanto al marito. Nelle intenzioni di B, il monumento avrebbe dovuto ospitare non solo parenti ma anche amici stretti (negli anni sono circolate diverse voci in merito ai nomi, da Confalonieri a Dell’Utri). Emilio Fede, ex direttore di Rete 4 e tra i pochi ammessi alla visita del posto, aveva così affermato: «Come gesto d’affetto, mi piacerebbe far parte di quella cerchia alla quale Berlusconi dia un posto. È un luogo di pace e di grande serenità tra pioppi, roseti e un’immensità di tulipani di tutti i colori. Non c’è un’atmosfera triste. Non hai l’atmosfera… Come dire?… di una tomba». Il monumento è stato mostrato negli anni anche ad altri ospiti, compreso l’ex leader sovietico Mikhail Gorbaciov. La leggenda dice che Indro Montanelli, alla proposta di avere un posto nel «dormitorium», rispose: «Domine non sum dignus (Signore, non sono degno)».