Berlusconi tra Meloni e Ronzulli: il suo rapporto tormentato con le donne

Redazione
22/10/2022

Collaboratrici, componenti del suo staff, amiche, rivali: si finisce sempre a parlare del rapporto tra Silvio e le donne. Anche con Meloni e Ronzulli. Da quando provò a sedurre una ministra alla "Signora Bisturi", il libro "Il veleno nella coda" ripercorre i retroscena sulle presenze femminili intorno a Berlusconi.

Berlusconi tra Meloni e Ronzulli: il suo rapporto tormentato con le donne

Nei giorni tempestosi di quest’inizio legislatura è ancora al centro della discussione pubblica la figura di Silvio Berlusconi, e in particolare il suo rapporto con le donne, collaboratrici, componenti del suo staff, amiche. La questione su Licia Ronzulli ministro (im)possibile del nascente governo Meloni è la testimonianza che parlando del Cavaliere si finisce sempre per tornare al suo rapporto con le donne. Quello di Silvio Berlusconi è un destino venereo, nel senso etimologico: è da sempre e per sempre legato alla presenza dell’archetipo femminile. L’autobiografia Il veleno nella coda (Laurana) di Francesco Mazza racconta diversi retroscena sul rapporto tra Silvio Berlusconi e le donne che negli anni hanno collaborato con lui. L’autore è il figlio di Massimo Mazza, il chirurgo maxillo facciale che ha operato Berlusconi dopo l’aggressione del 13 dicembre 2009.
Per questo ha avuto diverse occasioni di incontrare Berlusconi di persona, a Villa San Martino e a Milano. Nel libro Mazza riporta anche vari aneddoti raccontati dal padre, ora scomparso. I nomi femminili sono coperti da pseudonimi, ma sono facilmente riconoscibili.

La seduzione della ministra a Villa San Martino

Osservai la stanza. Sopra i divani d’epoca, dipinti alle pareti che persino a un occhio ignorante come il mio sembravano valere una fortuna. D’un tratto sentii una voce femminile provenire da un angolo.
“Ciao”.
Mi voltai. Nell’ombra, intuii la silhouette di una donna. Era rimasta immobile fino a quel momento e io, forse per l’agitazione, non ci avevo neppure fatto caso.
“Buonasera”, risposi, senza riuscire a vederla in volto.
Per non essere scortese mi avvicinai. Gradualmente la riconobbi.
Era un ministro della Repubblica che avevo visto innumerevoli volte in televisione. Indossava un tailleur con giacca e gonna nere, il tutto sembrava molto formale.
Presentandosi, mi diede immediatamente del tu e mi propose un bicchiere di champagne.
Ero alquanto confuso. Invece di rispondere con un “Sì”, emisi un incomprensibile miagolio felino. Lei si avvicinò, mi appoggiò la mano su un braccio. La gonna salì fino all’inguine. “Perdonami, non ti ho capito”.
“Sì, grazie”, riuscii ad articolare, con la salivazione che aumentava.
Guardandola negli occhi, mi venne una sorta di sospetto istintivo. Non ero più un ragazzino come ai tempi di Rosita Celentano. Ma subito scacciai il pensiero inaudito: era naturale che il Ministro mi desse confidenza, eravamo entrambi nella sala d’aspetto di Berlusconi e per quanto ne sapeva lei potevo essere un calciatore del Milan, un giovane finanziere o la sua banca degli organi segreta.
Quando mi offrì il bicchiere, lo afferrai e trangugiai un gran sorso. Ero a stomaco vuoto. I contorni del mondo si fecero più accoglienti.
Mi presentai come un autore di Striscia la Notizia e conversai con il Ministro per venti minuti abbondanti. Era molto curiosa su come funzionasse il lavoro degli autori, di cui mi rivelò di non aver mai sospettato l’esistenza. Continuando a versare champagne nei bicchieri di entrambi faceva domande, rideva alle mie battute ed era molto sorridente, molto più che in TV dove appariva sempre misurata e austera.
Fu probabilmente a causa dello champagne, ma a un certo punto ebbi la netta sensazione che la sua mano avesse sfiorato la mia. Un tocco lieve, rapidissimo, che tuttavia non mi era parso casuale.
In quel momento, mi accorsi di avere un’erezione.
Per un secondo mi estraniai dalla stanza e guardai la scena dall’esterno. Ricapitolando: ero a casa del presidente del Consiglio dove stavo flirtando apertamente con un ministro della Repubblica che, inconsapevolmente o meno, mi aveva appena fatto venire il cazzo duro.
Sembrava una situazione assurda, ma un attimo dopo pensai che, in fondo, era una situazione del tutto coerente con il luogo e il momento storico, e in forza di questo pensiero, senza rendermene conto, sfiorai io stesso la mano del Ministro in modo altrettanto lieve e rapidissimo[…]. Completamente scisso, pensavo da un lato che quanto stavo facendo era una follia e che avrei fatto meglio a fermarmi all’istante, dall’altro che dovevo assolutamente chiederle il numero di telefono per farle capire nel modo più chiaro possibile che intendevo spogliarla e sbatterla con forza, e che avrei voluto farlo lì, nella stessa stanza dove il marchese Casati spiava la moglie mentre si concedeva agli sconosciuti, e dove tutta Italia era convinta andasse in scena lo spettacolo senza vergogna chiamato “bunga bunga”.
Ma improvvisamente la porta si aprì e l’arrivo del Presidente mise fine al mio volo pindarico ad alto tasso alcolico- erotico.

Berlusconi tra Meloni e Ronzulli: il suo rapporto tormentato con le donne
Silvio Berlusconi in parlamento con… una donna. (Getty)

La Signora Bisturi

In auto a Milano con Berlusconi; dopo aver preso un gelato vanno a Villa San Martino. “Poco dopo, squillò un telefonino appoggiato sul sedile anteriore. L’autista lo afferrò e lo passò a Berlusconi. Dalla cornetta proveniva una voce femminile che, pur non capendo le parole, si indovinava aggressiva, per non dire rabbiosa. Chiunque fosse la proprietaria di quell’eloquio era sicuramente in stretti rapporti con il mio ex socio, perché lo interrompeva di continuo, senza la minima soggezione, come se stesse parlando con un barista.
“Ma devo andare alla crociera organizzata dal Giornal…” “Ho già detto al direttore che…”
“Dammi retta se ti dico che…”
Ogni volta che il cosiddetto Uomo Più Potente d’Italia provava a smarcarsi, la voce saliva di tono, controbattendo e, apparentemente, mettendolo all’angolo. Era a un passo da finire al tappeto.
“Ragiona, su: c’è gente che ha pagato parecchio per incontrarmi, non posso disdire tutto adesso!”, gridò alla fine, esasperato. Al che la signora o signorina passò alla modalità “urlo permanente”.
Il match era stato squilibrato fin dall’inizio, ma quell’ultimo attacco isterico fu l’uppercut finale. Berlusconi si accasciò contro lo schienale.
“E va bene. Andremo a Roma domattina”.
Trasse un lungo sospiro, poi alzò lo sguardo e dalla sua espressione di improvviso stupore ebbi la sensazione che fosse sul punto di chiedermi chi fossi e come diavolo avessi fatto a introdurmi sulla sua auto. Come se si fosse improvvisamente stancato del mondo, si voltò a guardare fuori dal finestrino. “Anche quest’anno è finita l’estate, eh?”.
[…]
Dalla porta-finestra della villa uscì la titolare della voce che lo aveva suonato al telefono. Non più giovane, portava ben visibili i segni degli interventi di chirurgia estetica cui si era sottoposta. Irruppe in giardino investendo l’ex presidente del Consiglio con una serie di questioni che, a suo dire, necessitavano di essere risolte immediatamente, e dopo aver sbattuto sul tavolo delle carte, intimò al mio ex socio di fare al più presto quello che gli chiedeva – il tutto senza rivolgermi uno sguardo, né dare a vedere che aveva notato la presenza di un estraneo.
L’imbarazzo del supposto Uomo Più Potente d’Italia era evidente. Cercò di presentarmi alla Signora Bisturi, non tanto per gentilezza quanto per invitarla a tenere un atteggiamento più misurato, ma lei mi strinse la mano sbrigativamente e poi continuò come se nulla fosse. Sembrava quasi che provasse piacere, nel maltrattare l’illustre padrone di casa in presenza di un ospite sconosciuto.

Berlusconi tra Meloni e Ronzulli: il suo rapporto tormentato con le donne
Un mural su Silvio Berlusconi. (Getty)

I tormenti (e il programma Tv fallito) di Angelina Tiggi

Mi aprì la porta a piedi nudi, con una bottiglia di champagne da grandi occasioni. Si rannicchiò sul divano, io mi sedetti accanto a lei e Angelina iniziò a raccontarmi di lei e Berlusconi.
Mi disse che “il Pres” era un vecchio “amico di famiglia”, che suo padre, “un uomo d’affari”, aveva aiutato agli inizi della sua carriera di costruttore.
Le chiesi se l’amicizia tra i due si riferisse ai tempi dell’Edilnord.
“L’Edilcosa?”
“L’Edilnord… La società di Berlusconi quando era un costruttore edile”.
“No, ehm… prima, molto prima”.
Conoscevo la biografia di Berlusconi abbastanza bene da sapere che l’Edilnord era stata costituita nel 1963, quando il futuro Cavaliere aveva ventisette anni. Angelina era credibile quanto un attore di Forum.
Comunque, stando a quanto diceva lei, il “Pres” si era reso conto di come la ragazza fosse “davvero in gamba” e aveva preso a invitarla ad Arcore con una certa regolarità, per farsi “consigliare”.
“Su cosa, esattamente?”
“Un po’ di tutto: economia, turismo, politica… del resto”, aggiunse, “se non era per quella là, io oggi sarei al Parlamento Europeo!”.
Andò avanti col suo monologo per almeno venti minuti, rivelandomi che a causa di quell’amicizia “particolare” era stata emarginata dai colleghi, che per invidia avevano messo in giro “brutte voci”.
[…]
Il sabato mattina, di buon’ora, fui svegliato da una telefonata. Era ancora Angelina.
“Ti disturbo?”
Cercai di tagliare corto. “In teoria sì, sono occupato con…” Non ebbi il tempo di finire la frase.
“Ieri sono stata dal Pres. Gli ho detto che sono stufa, che se vado avanti così io mi ammazzo”.
“Scusami Angelina, ma sono questioni tue, a me non…”
“Aspetta! Gli ho detto che siccome non mi fanno condurre il telegiornale, allora voglio un programma mio. E lui ha detto che me lo dà!”
“Ottimo. Adesso però…”
“Aspetta!”, mi interruppe di nuovo. “Mi ha chiesto di farmi aiutare da qualcuno, e io gli ho parlato di te”.
Sentii una fitta al cuore. Inspira, respira. “Che cosa gli hai detto, scusa?”
“Che voglio che tu sia il mio autore”.
“Angelina, io ce l’ho già un lavoro, e francamente…” “Lunedì abbiamo appuntamento col direttore di Canale 5!”
[…]
Il risultato era talmente modesto che persino Angelina nel vederlo si mise a piangere. Lo capiva anche lei che una cosa del genere non sarebbe mai andata in onda. Probabilmente, i Marescialli di Mediaset avevano ceduto all’ingerenza del Generalissimo che aveva ordinato di “farla provare”, ma avevano fatto in modo che il tentativo fallisse.
Nel parcheggio del centro di produzione di Cologno Monzese, Angelina se ne stava seduta sull’asfalto, tra due macchine parcheggiate, catatonica, la gonna stropicciata. “Cosa devo fare?”, mi chiese. I suoi occhi azzurri erano l’unica cosa rimasta uguale da quando l’avevo vista alla TV in Sardegna.
L’unica volta che la rividi fu sui giornali, nelle foto scattate in tribunale durante i processi per il caso Ruby.

Berlusconi tra Meloni e Ronzulli: il suo rapporto tormentato con le donne
Una donna offre un fiore a Silvio Berlusconi. (Getty)

Villa Certosa prima di Topolanek

Nell’estate 2006 mio padre fu invitato per la prima volta a trascorrere la settimana di ferragosto a Villa Certosa, la lussuosa residenza estiva di Berlusconi, in Sardegna, a Porto Rotondo – centoventisei stanze, con centoventi ettari di parco. Ai tempi, i nomi e le vicende di Noemi Letizia, di Ruby Rubacuori, delle “vergini che si offrono al drago” e del loro “utilizzatore finale” non erano ancora di pubblico dominio.
Per questo, quando mio padre tornò a Porto d’Ascoli, dopo sette giorni alla corte del Presidente, nessuno prese i suoi racconti sul serio. Dalle sue parole, infatti, sembrava che Berlusconi conducesse una vita più simile a quella di un sultano orientale – l’Unto dal Signore – che a quella del leader di una democrazia occidentale, specie perché la costante di tali racconti era la presenza di un’incredibile quantità di ragazze, così tante che non si poteva non pensare che mio padre stesse lavorando di fantasia.
[…]
Raccontava di un presidente del Consiglio al comando di un drappello di modelle, in shorts o bikini, davanti alle quali si era esibito in uno spettacolo canoro sul palco del suo personale anfiteatro; al termine dello show aveva avuto cura di spalmare sulla pelle di ognuna uno speciale olio afrodisiaco importato per lui dall’Estremo Oriente. O l’aneddoto dell’uomo politico inglese cacciato dal giardino dell’Eden per un coito con una delle donne che soggiornavano nei confini del regno – un peccato mortale, una violazione della regola aurea Raccontava di un presidente del Consiglio al comando di un drappello di modelle, in shorts o bikini, davanti alle quali si era esibito in uno spettacolo canoro sul palco del suo personale anfiteatro; al termine dello show aveva avuto cura di spalmare sulla pelle di ognuna uno speciale olio afrodisiaco importato per lui dall’Estremo Oriente. O l’aneddoto dell’uomo politico inglese cacciato dal giardino dell’Eden per un coito con una delle donne che soggiornavano nei confini del regno – un peccato mortale.