Con la pandemia si è avuta un’impennata del fumo: 1,2 milioni di fumatori in più. L’aumento è dovuto alla crescita delle e-cig (sigarette elettroniche) e dei prodotti a tabacco riscaldato. «Nelle condizioni di restrizioni delle libertà e di stress conseguenti alla pandemia, sono aumentati sia i fumatori che le fumatrici», spiega il professor Silvio Garattini presidente onorario dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. «A maggio 2021 la prevalenza di fumatori in Italia è del 26,2% (stima di 11,3 milioni) di cui il 25,7% sono maschi (5,5 milioni) e il 26,7% sono femmine (5,8 milioni)».
Un adolescente su tre ha fumato almeno una volta
A preoccupare sono gli adolescenti. Almeno uno su tre ha fumato almeno una volta. Il dato emerge da uno studio longitudinale dell’Istituto superiore di Sanità svolto in collaborazione con l’Istituto Mario Negri ed evidenzia la larga diffusione tra i giovani di questo vizio: uno su tre tra i 14 e i 17 anni ha già avuto un contatto con il fumo di tabacco e quasi il 42% con la sigaretta elettronica. L’indagine è stata condotta su un campione (3 mila ragazzi) di 18-74 anni rappresentativo della popolazione italiana secondo le principali variabili socio demografiche nei seguenti tempi: gennaio 2020 (pre lockdown), aprile 2020 (pieno lockdown), novembre 2020 (parziale lockdown), maggio 2021 (parziali riaperture). Secondo l’indagine campionaria condotta dall’Iss, in collaborazione con la Società Explora – centro di ricerca e analisi statistica di Padova – su un campione di 2775 studenti di 14-17 anni frequentanti una scuola secondaria di secondo grado, è emerso che il 37,5% degli intervistati ha già avuto un contatto con il fumo di tabacco e il 41,5% con la sigaretta elettronica. Il 52,5% degli studenti ha iniziato a consumare tabacco o a utilizzare la sigaretta elettronica alle scuole superiori, sebbene il 47,5% di essi abbia iniziato già prima: alle scuole medie (43,4%) e perfino alle elementari (4,1%).
Aumento dei fumatori dovuto anche alle Htp e alle e-cig
Dopo una riduzione dei fumatori ad aprile 2020 rispetto a gennaio 2020 (pre lockdown) il dato si è capovolto, registrando un aumento a maggio 2021 rispetto a novembre 2020 (24%). «Un ruolo chiave nell’aumento dei fumatori», dice Roberta Pacifici, direttore Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Iss, «lo hanno avuto i nuovi prodotti del tabacco (sigarette a tabacco riscaldato, Htp, ndr) e le e-cig. Infatti il loro uso in Italia contribuisce alla iniziazione e alla ricaduta del consumo di sigarette tradizionali e ne ostacola la cessazione, alimentando l’epidemia tabagica». Anche chi non aveva mai fumato è caduto nella trappola: il 4,7% dei mai fumatori di sigarette tradizionali, ad aprile 2021 è diventato fumatore. Sono cambiate anche le abitudini: mentre il 2,1% di chi non ha mai usato le e-cig è diventato fumatore di sigarette tradizionali, ben dieci volte di più – il 19,6% – di chi è un utilizzatore di e-cig è diventato anche fumatore. Similmente, mentre il 3,2% di chi non ha mai usato HTP – prodotti a tabacco riscaldato – è diventato fumatore, il 19,3% di chi è utilizzatore di HTP è diventato anche fumatore di sigarette tradizionali. A oggi, usa regolarmente/occasionalmente la sigaretta elettronica il 9% della popolazione, con un numero medio di svapate al giorno di 30. Il 65% preferisce la tipologia ricaricabile, il 22% con serbatoio grande, il 13% usa e getta e il 67% con liquidi contenenti nicotina. Il 7% si rivolge regolarmente o occasionalmente alla sigaretta a tabacco riscaldato.