I post in cui inneggia a cortei neofascisti o in cui parla del rito fascista del «presente» sono stati cancellati, ma è più difficile eliminare il tatuaggio, ben in vista sulla spalla, con la scritta «Sieg Heil». Ed è proprio per questo che Marialuisa Panara, candidata alle elezioni comunali a Lonate Pozzolo, in provincia di Varese, è finita nella bufera. Le due parole testimoniano il «saluto alla vittoria» della Germania nazista e sono un chiaro segnale della direzione politica della donna, ora criticata. Lei, inserita nella lista di centrodestra LeAli per Lonate, in cui convergono Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Udc, è candidata a sostegno della leghista Elena Carraro. Il suo passato è stato molto vicino a CasaPound Varese e agli ambienti di estrema destra della città.

La scritta «heil» in una foto sui social
Le polemiche sono partite a causa di una foto che la stessa Marialuisa Panara ha postato sui social. Da una maglietta, su una spalla, spuntava la parola «heil». Poi sono arrivate le foto per intero, che hanno rapidamente fatto il giro del web fino ad arrivare sui giornali locali. Il primo è stato Malpensa24 e così è nata la polemica. Il segretario della sezione locale di FdI, Francesco Carbone, ha subito precisato che la candidata non è di Fratelli d’Italia e che i 16 candidati nella lista non hanno alcun tatuaggio. Lo racconta Repubblica, che però sottolinea anche come questi commenti siano poi spariti dai social. E con essi le foto, che comparivano sul profilo di Panara.
La difesa del centrodestra: «Bisogna parlare di contenuti, non di tatuaggi»
Poi è arrivata anche la difesa ufficiale, con un comunicato a firma dei partiti di centrodestra, con Fratelli d’Italia e Lega in testa. «Elena Carraro e tutti i componenti della lista LeAli per Lonate ripudiano ogni forma di estremismo, razzismo ed istigazione all’odio», si legge. E ancora: «Bisogna parlare di contenuti e bisogni dei cittadini e non di tatuaggi», oppure «richieste ridicole e provocatorie» rispetto ai chiarimenti chiesti dal centrosinistra. E la storia del tatuaggio viene definita «prova costume». Intanto il voto è vicino: si voterà nel varesotto il 14 e il 15 maggio.
