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Siccità, 3.5 milioni di italiani vivono nelle zone a rischio

Situazione drammatica anche per i fiumi italiani, in particolare per il Po e il Tevere

23 Febbraio 2023 14:38 Claudio Vittozzi
C'è il rischio siccità per 3.5 milioni di italiani, una situazione drammatica che potrebbe avere conseguenze disastrose.

L’Osservatorio Anbi lancia l’allarme siccità in Italia. Infatti, secondo le ultime analisi, si è registrato un peggioramento della situazione e circa 3.5 milioni di italiani vivono ormai in zone a rischio.

C'è il rischio siccità per 3.5 milioni di italiani, una situazione drammatica che potrebbe avere conseguenze disastrose.
Fiume Po (Getty Images)

La situazione drammatica relativa al rischio siccità

Rischio siccità per 3.5 milioni di italiani, l’allarme è stato lanciato dall’Associazione Nazionale dei Consorzi di bacino. A parlare dell’allarme ci ha pensato il presidente dell’Anbi, Francesco Vincenzi: «Dati alla mano, è lecito ritenere che, per almeno tre milioni e mezzo di italiani, l’acqua dal rubinetto non può più essere data per scontata». Inoltre, il Consiglio nazionale delle ricerche ha stimato che una percentuale fra il 6% e il 15% della popolazione italiana residente si trova in territori esposti a una siccità severa o estrema.

L’Osservatorio Anbi ha anche preso in considerazione la situazione drammatica della condizione del fiume Po che registra portate al di sotto del minimo storico e ovviamente inferiori al 2022. Segnali di sofferenza idrica arrivano anche in Centro Italia, dove è stata costante la decrescita di livello del fiume Tevere, dall’Umbria fino alla foce e dati simili sono stati registrati per i fiumi Sacco e Liri.

C'è il rischio siccità per 3.5 milioni di italiani, una situazione drammatica che potrebbe avere conseguenze disastrose.
Fiume Po (Getty Images)

Le parole del direttore generale di Anbi

Il direttore generale di Anbi, Massimo Gargano, ha voluto spiegare la causa del fenomeno di siccità: «Accade che al Sud si sia costretti a rilasciare in mare quantitativi d’acqua, esuberanti le capacità degli invasi e che al Nord si capitalizzi solo una piccola parte del già iniziato scioglimento delle nevi. Questo, non solo di fronte alle immagini di autobotti già in azione nel Piemonte, ma ad allarmanti segnali provenienti da altre zone d’Europa: dalla Francia, dove si è alla vigilia del razionamento idrico in alcune zone del Paese, alla Gran Bretagna, dove è già iniziato il contingentamento negli acquisti di alcuni prodotti agricoli».

Gargano ha poi continuato: «È necessario dare il via ad interventi per aumentare le riserve d’acqua: dall’efficientamento delle opere esistenti alla realizzazione di nuovi bacini multifunzionali, come previsto dal Piano Laghetti, proposto da Anbi e Coldiretti».

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