La Catalogna sempre più nella morsa della siccità. In alcune aree non piove da oltre due anni e il futuro non presenta speranze promettenti. Il bacino di Sau, creato artificialmente con la costruzione di una diga negli Anni 60 a 100 chilometri da Barcellona, è ormai ai minimi storici, tanto da essere pieno al 10 per cento della capacità. Per questo il limo sta inquinando l’acqua, che presto potrebbe risultare nociva per l’uomo e per i pesci che vi abitano. Le autorità sono già al lavoro per trasferire tutte le specie ittiche in altri bacini e convogliare l’acqua in grandi serbatoi prima della stagione estiva. Oltre alla crisi climatica, per gli esperti è colpa degli sprechi e dell’uso spropositato per l’agricoltura.
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Catalogna, la siccità sta distruggendo la vita nel bacino idrico di Sau
Gli effetti della siccità sono chiaramente visibili grazie alla chiesa medievale di Sant Romà de Sau, sommersa con la creazione del bacino idrico nel 1962. In tempi normali, l’edificio era completamente al di sotto del livello dell’acqua, mentre oggi è avvolto solo da terra e pietre. In tutta l’area non cade una goccia di pioggia da ormai due anni e mezzo, tanto che le riserve si sono ridotte addirittura a meno del 10 per cento del totale. Un dato ancor più allarmante se si pensa che lo scorso anno erano del 55 per cento. «Non ho mai visto il bacino così vuoto», ha detto alla Bbc Agustín Torrent, 70enne che abita nei pressi della diga da decenni. «È colpa del cambiamento climatico, non si può negarlo».

La crisi idrica sta mettendo a serio rischio l’intero ecosistema di Sau. Gli esperti temono che, per via del livello troppo basso, il limo possa presto contaminare l’acqua, rendendola inutilizzabile per l’uomo oltre che inadatta per la vita. Per questa ragione sono in corso le operazioni per trasferire tutti i pesci del bacino in un’altra zona e svuotare totalmente l’area. «Vogliamo convogliare l’acqua in serbatoi quanto prima», ha detto Samuel Reyes, direttore dell’Agenzia idrica catalana. «La qualità è ancora buona, ma in primavera diventerà davvero pessima». La siccità infatti potrebbe proseguire per altri due anni, provando ancora di più non solo la Catalogna, ma l’intera Spagna. In Andalusia i bacini del Guadalquivir sono al 26 per cento della loro capacità, il fiume Segura al 36 per cento. Soltanto 12 mesi fa i dati sfioravano l’83 per cento, con un crollo verticale destinato a proseguire.
Fra le cause anche un uso spropositato per abitazioni e agricoltura
La siccità in Catalogna non è però solo frutto dei cambiamenti climatici. Ne è convinto Miguel Manzanares, meteorologo di Barcellona che studia gli eventi estremi in Europa. «L’area del Mediterraneo è vulnerabile al climate change», ha detto alla Bbc. «Tuttavia qui è stata fondamentale la crescita esponenziale delle città limitrofe». La stessa Barcellona, che oggi conta 5.5 milioni di abitanti, ha costantemente aumentato il suo fabbisogno giornaliero di acqua, assottigliando le risorse di Sau. Per questo il governo regionale ha imposto forti limitazioni all’uso per irrigare i giardini e lavare le auto, ridotto del 15 per cento.

Il settore più assetato è l’agricoltura, che da sola rappresenta l’80 per cento del consumo totale. Quando le autorità hanno chiesto alle aziende di dimezzare l’approvvigionamento idrico per contrastare la siccità, i lavoratori hanno alzato la voce. «Se non piantiamo a sufficienza, avremo carenza di prodotti», ha detto alla Bbc Agustín García Segovia, presidente della cooperativa agricola El Prat. «Ciò si tradurrà irrimediabilmente in un aumento dei prezzi». Con l’avvicinarsi dell’estate, però, sono in arrivo ulteriori limitazioni.
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