Angelo Mazzetti, responsabile affari istituzionali di Meta, ha spiegato questa mattina alla Camera le motivazioni della disputa con la Siae, relativa al mancato rinnovo delle licenze d’uso di brani musicali sulle piattaforme social. Mazzetti, che ha parlato di motivazioni prettamente economiche, ha specificato che l’azienda «non ha deciso di interrompere le trattative unilateralmente». Il problema sarebbe sorto in merito all’«importo richiesto da Siae, che inizialmente è stato di 4 volte superiore a quello concordato fino al 2022 senza che venisse fornita alcuna motivazione mentre i diritti di licenza erano sostanzialmente di gli stessi». Immediata la replica di Salvatore Nastasi, presidente della Società italiana degli Autori e degli Editori.
La trattativa tra Meta e Siae e la mancata proroga dell’accordo
La licenza per l’uso delle opere presenti nel catalogo di Siae è scaduta il 15 dicembre 2022, ma il rinnovo dell’accordo e la discussione delle condizioni era iniziata nell’agosto 2022. Mazzetti ha reso noto che la società «ha fatto il possibile per mantenere viva la negoziazione, presentando un’offerta significativamente più alta della royalty concordata con Siae fino a dicembre 2022». «Abbiamo progressivamente aumentato la nostra offerta cercando di andare incontro alle richieste di Siae che, tuttavia, si è rifiutata di accettare qualsiasi offerta inferiore a un aumento del +310 per cento», ha aggiunto.

Un rialzo che ha determinato la chiusura della trattativa con un più che chiaro messaggio: l’azienda di Zuckerberg «non è disposta a chiudere accordi irragionevoli da un punto di vista economico e di mercato». Di qui la rimozione del catalogo Siae dalle library di Meta, come meglio specificato sempre dallo stesso Mazzetti: «L’assenza della musica è dovuta al rifiuto di Siae di accettare una proroga dell’accordo precedente per continuare le negoziazioni. Non potevamo tollerare l’utilizzo del repertorio Siae senza una licenza in essere, quindi senza il consenso e la remunerazione degli autori. Abbiamo disabilitato le musiche del repertorio Siae proprio per tutelare i diritti degli artisti in tutta Italia».
La replica di Nastasi (Siae)
Intanto la SIAE ha affidato ad un comunicato stampa pubblicato sul sito ufficiale la replica a Meta attraverso le parole del presidente Salvatore Nastasi: «La dichiarazione di Meta secondo cui “Siae si è rifiutata di accettare qualsiasi offerta che fosse inferiore ad un aumento del 310 per cento rispetto all’accordo del 2022” è semplicemente falsa. Come detto nella nostra audizione, che in maniera trasparente abbiamo deciso di rendere pubblica a differenza di Meta, la nuova licenza non è comparabile a quella siglata nel 2020 e qualsiasi raffronto in percentuali è semplicemente pretestuoso. Meta si chiamava Facebook e non voleva occuparsi di metaverso e i suoi ricavi e sfruttamenti del nostro repertorio non erano minimamente paragonabili a quelli attuali».
E ancora: «Oltre a questo la dichiarazione è falsa e pretestuosa in quanto SIAE non ha mai dato un ultimatum a Meta come fatto da quest’ultima e non abbiamo mai detto che la nostra ultima offerta sia il minimo che saremmo disponibili ad accettare. Quella che vuole imporre un proprio valore e che ha interrotto la negoziazione creando le condizioni per la situazione attuale è e rimane unicamente Meta».