Tutto casa e clic

Camilla Curcio
06/08/2021

Con un valore di mercato di 42 miliardi di euro e un fatturato nel 2020 di 2,93 miliardi di dollari, Shopify sfida i big dell'e-commerce. Storia e numeri di un'idea vincente.

Tutto casa e clic

Aprire un negozio online e diventare imprenditore in pochi clic. Per riuscire nell’impresa, oltre a una connessione internet e un computer, basta un’iscrizione a Shopify, la piattaforma canadese che, con un ritmo di crescita straordinario, un valore di mercato di 42 miliardi di euro e più di un milione e mezzo di venditori nel mondo in 175 Paesi, sta battendo tutti i record e si candida a sfidare i grandi colossi dell’e-commerce.

Tutto nacque da uno snowboard

Come molte intuizioni geniali, l’idea di Shopify è nata da una necessità. Impegnati nella ricerca di uno spazio online dove vendere i prodotti del loro nuovo brand di snowboard, Snowdevil, Tobias Lükte e Scott Lake si erano trovati davanti a un bivio: utilizzare Ebay, semplice e conveniente ma poco adatto a lanciare una marca emergente, o contattare un’impresa per creare un software ad hoc e spendere migliaia di dollari. Poco convinti da entrambe le alternative, decisero di rischiare creando da zero un marketplace tutto loro. Era il 2006. Ora essere su Shopify costa da 20 dollari al mese per un sito web standard a circa 200 per una versione premium customizzata. Quell’idea apparentemente così azzardata si rivelò vincente e, con i primi ricavi, i due iniziarono ad aggiungere funzioni avanzate come la possibilità, per i venditori, di creare un versione formato app del proprio shop (in modo da renderlo visitabile anche dal cellulare) e il servizio Shop Pay, che consente di pagare gli acquisti con la carta senza necessità di intermediari.

La rivoluzione dell’e-commerce

A rendere ancora più particolare la storia di un’invenzione che, oggi, macina grandi numeri, è il fatto che, tra i primi utenti di Shopify, nel 2006, ci fosse proprio il suo attuale presidente, Harley Finkelstein. «È stato fantastico approdare in quel mondo», ha spiegato in un’intervista a Forbes. «Non avevo molti soldi, non avevo esperienza ma quella tecnologia mi ha permesso di creare un brand, prendere in mano il mio destino e vendere in tutto il mondo. Ancora oggi, credo che una delle cose migliori che ho fatto nella mia vita sia proprio aiutare gli altri ad avere accesso a una carriera imprenditoriale attraverso il tech». E i numeri gli danno ragione. Nel 2020 il fatturato è arrivato a quota 2,93 miliardi di dollari. Oggi il servizio collabora con 1,7 milioni di venditori in 175 Paesi che, per utilizzarlo pagano un semplice abbonamento e una commissione sulle vendite del 2 per cento. In cambio ottengono un grande aiuto anche nella risoluzione di questioni logistiche e strutturali. Negli ultimi anni, Shopify ha conquistato la fiducia di giganti come Google, Facebook e Snapchat. Non solo: ha acquistato imprese informatiche e addirittura magazzini per distribuire in tempo record gli articoli dei clienti. Fino ad arrivare ad aprire il primo coworking fisico a New York, nel quartiere di Soho, una sorta di incubatore di botteghe e store che lavorano con il network. Sostenitore delle battaglie per la diversità e l’inclusività, Shopify è in prima linea per favorire il business delle minoranze e, spesso, si è trovato a escludere rivenditori per le loro idee politiche controverse e poco affini alle policy dell’azienda.

Spazio a designer emergenti e a marchi noti

Secondo quanto riportato da S Moda, inserto di costume di El País, il settore della moda è uno di quelli che più si sono appoggiati a Shopify, soprattutto nel periodo della pandemia, durante il quale il numero di nuove imprese è cresciuto del 79 per cento rispetto al 2019. «Il Covid ha accelerato un fenomeno che era già nell’aria», ha spiegato Finkelstein. «I negozi fisici continueranno a esistere ma diventerà sempre più comune andare alla ricerca di prodotti di vario tipo su Instagram, Facebook o Tiktok. Shopify è provvidenziale perché centralizza e raccoglie tutto in un unico luogo». Tra le migliaia di presenze, si fanno spazio designer emergenti ma anche grandi nomi dell’industria come Kylie Cosmetics, una delle linee di make up più richieste al mondo, e Fashion Nova, una delle società leader nella vendita online del fast fashion.

La crescita di Shopify in Italia

In Italia, Shopify è arrivato nel 2019 ma è stato tra 2020 e 2021 che ha conosciuto un sorprendente exploit, sotto la guida di Paolo Picazio. Per Finkelstein, il mercato italiano ha tutti i presupposti per raggiungere traguardi importanti. Anche grazie a un’economia fatta di piccole e medie imprese che potrebbero appoggiarsi al servizio per diffondere e far conoscere i loro prodotti nel mondo. A oggi, tra le griffe che si sono inserite con successo nel circuito, figura Velasca, start up di calzature artigianali fondata da Enrico Casati e Jacopo Sebastio. Grazie all’online, è riuscita a disintermediare gli affari, iniziando a vendere in modo diretto. Dapprima solo sul web e, successivamente, attraverso una rete di esercizi collocati in varie regioni d’Italia.