Shahida Raza morta nel naufragio di Cutro, l’ultima telefonata: «Quasi arrivati»

Alice Bianco
03/03/2023

La sorella, l'ultima persona contattata dalla giocatrice di hockey, ha confessato che la donna voleva raggiungere l'Europa per trovare delle cure per il figlio malato.

Shahida Raza morta nel naufragio di Cutro, l’ultima telefonata: «Quasi arrivati»

Tra le vittime del naufragio avvenuto a Cutro l’1 marzo scorso, c’è Shahida Raza, capitano della squadra di hockey pakistana. «Grazie a Dio siamo quasi arrivati», così aveva annunciato ai familiari in una telefonata qualche ora prima che l’imbarcazione sulla quale stava viaggiando non andasse in mille pezzi.

L’ultima telefonata di Shahida Raza prima del naufragio di Cutro

L’ultima chiamata è stata con la sorella Saadia, che alla Bbc ha confermato come Shahida abbia interrotto la comunicazione poco prima della tragedia di Cutro. La sorella ha raccontato che la giocatrice di hockey aveva chiamato un’ultima volta quando era ancora a bordo del caicco Summer Love, partito quattro giorni prima dalla Turchia, dicendo che stava per arrivare in Italia. «L’unico motivo per cui ha fatto questo viaggio era suo figlio di tre anni», ha aggiunto. Il piccolo, 40 giorni dopo essere nato, è stato colpito da un ictus a causa di una febbre alta e ora ha bisogno di continue cure perché gli ha danneggiato il cervello, lasciandogli una parte del corpo paralizzata.

Naufragio di Cutro, tra le vittime Shahida Raza
I familiari delle vittime del naufragio di Cutro (Getty Images).

La madre aveva tentato di farlo visitare e curare in diversi ospedali di Karachi, ma i medici non hanno potuto farlo, suggerendole quindi di portare il figlio all’estero nella speranza di trovare cure migliori. Prima di imbarcarsi a bordo della Summer Love, infatti, si era confidata con Saadia dicendole: «Non posso vedere mio figlio così, voglio che cammini come ogni altro bambino, questo è il mio unico desiderio».

Naufragio di Cutro, tra le vittime anche la pakistana Shahida Raza
Bare morti del naufragio di Cutro (Getty Images)

Chi era Shahida Raza

Shahida Raza aveva 27 anni. Soprannominata Chintu, era la capitana della squadra di hockey pakistana. Era partita da Quetta, una città del Pakistan, e giocava per contribuire al sostentamento della sua famiglia: per ogni vittoria potevano arrivare dai 17 a 100 dollari. Oltre a voler trovare delle cure per la malattia del figlio, essendo lei appartenente alla comunità hazara sciita era scappata dal proprio paese perché negli ultimi anni la sua etnia era stata oggetto di attacchi e attentati.