Ritrovato l’Endurance di Shackleton, la nave era affondata 107 anni fa
L’Endurance del capitano Shackleton, rimasto incagliato tra i ghiacci, affondò nel mare di Weddel nel 1915. Grazie ai droni è stato possibile ritrovarlo e fotografarlo. Nonostante il tempo e le condizioni climatiche impervie, lo scafo si è conservato in buono stato.
L’Endurance, la nave perduta dell’esploratore Sir Ernest Shackleton, è stata finalmente ritrovata. Giace sul fondo del mare di Weddel, a est dell’Antartide, a 3000 metri di profondità. Le prime immagini dei droni sottomarini mostrano uno scafo in ottime condizioni, tanto che il nome dell’imbarcazione è ancora perfettamente visibile a prua. Scomparsa nel 1915, dopo essersi incagliata nel ghiaccio, si pensava fosse impossibile da trovare per via delle impervie condizioni ambientali. «Si tratta di una scoperta eccezionale», ha detto alla Bbc il capo della missione John Sears. «Un risultato incredibile in uno dei luoghi più impervi del pianeta».
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L’Endurance è in buono stato nonostante nonostante il tempo e il clima
La scoperta è opera del Falklands Maritime Heritage Trust (FMHT), che ha utilizzato un sofisticato rompighiaccio sudafricano, Agulhas II, e diversi droni sottomarini. Per anni, numerosi esperti si erano detti scettici circa la possibilità di ritrovare il relitto a causa di tormente di neve, temperature anche di venti gradi sotto lo zero e ghiaccio marino in continuo mutamento. «Abbiamo ottenuto ciò che tutti ritenevano impossibile», ha proseguito alla Bbc John Sears. Per oltre due settimane, gli archeologi hanno scandagliato il fondale in un’ampia area di ricerca, grazie a sonar e macchinari sottomarini teleguidati. Oggi, poco più di due mesi dopo il centenario dalla morte del comandante Shackleton, la nave è finalmente riapparsa.

Gli archeologi si sono limitati a filmare il relitto, non potendo prelevare nulla in ottemperanza al trattato internazionale sull’Antartide che identifica la nave come monumento storico. Le immagini hanno mostrato che lo scafo si trova, per quanto possibile, nelle medesime condizioni del 1915, quando affondò per una falla dovuta all’impatto con il ghiaccio. «Persino il nome della nave, Endurance, è chiaramente visibile a prua», ha dichiarato Mensun Bound, archeologo subacqueo che ha partecipato alla spedizione. «Abbiamo anche identificato Polaris, stella a cinque punte e altro simbolo identificativo dell’imbarcazione, perfino l’oblò della cabina del capitano».
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Il relitto ha resistito egregiamente al tempo e all’azione di una ricca fauna marina. L’Endurance appare, come mostrano le immagini, popolata da anemoni, spugne, stelle marine e ricci di ogni specie. «Il legno presenta deterioramenti, ma inferiori rispetto ad altre imbarcazioni degli oceani», ha spiegato la biologa marina Michelle Taylor. «Ciò mostra che in queste zone non si trovano animali che masticano il legno con voracità come nel resto del pianeta».
La missione di Shackleton e l’inabissamento dell’Endurance
La nave Endurance è famosa per l’omonima missione di Sir Ernest Shackleton che con 27 uomini partì da Londra alla volta dell’Antartide l’1 agosto 1914. L’obiettivo era compiere la prima traversata a piedi del continente antartico da est a ovest. A circa 130 chilometri dal Polo, però, l’Endurance si incagliò nel ghiaccio, costringendo l’equipaggio a trainarla per decine di chilometri. Il 21 novembre 1915, la nave non resistette alla pressione e si squarciò su un fianco, affondando nelle acque del freddo mare di Weddel. Shackleton e i suoi dovettero trovare riparo in uno dei luoghi più impervi della Terra. Iniziò così un’avventura da romanzo.

Con temperature che oscillavano dai 22 ai 45 gradi sottozero, i 28 uomini resistettero cinque mesi sul ghiaccio dell’Antartide a bordo di tre scialuppe di salvataggio. Raggiunsero poi l’isola Elephant nelle Shetland meridionali, dove trovarono cibo e riparo. Il capitano Shackleton partì con altri cinque uomini in mare aperto, compiendo un viaggio di 1600 chilometri a bordo di una piccola imbarcazione di sette metri fino a Grytviken, nella Georgia del Sud. Qui organizzò un viaggio di recupero per i suoi compagni rimasti indietro, salvandoli tutti. La spedizione è stata anche soggetto della miniserie Shackleton con Kenneth Branagh nei panni dell’esploratore per la regia di Charles Sturridge.
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