Un convegno, organizzato agli inizi di giugno alla Luiss, l’università della Confindustria, per mettere in guardia su un tema di governance che sta sempre più prendendo piede. Ovvero le liste per il rinnovo dei consigli d’amministrazione proposte dagli stessi consigli uscenti. Funziona così già in molte realtà italiane, in primis Mediobanca, ed è un modo per preservare l’autonomia dei manager da compagini azionarie, i cui equilibri sono fragili al punto da diventare motivo di destabilizzazione per la società stessa.
Una modalità di governance contestata
Di lista del cda si è discusso molto in questi giorni, visto che anche il più grande gruppo finanziario italiano, e Assicurazioni Generali, hanno deciso di adottare tale metodologia per la prossima assemblea. A far gli onori di casa del convegno romano l’ex ministro Paola Severino, che della Luiss è vicepresidente. Relatori giuristi e manager importanti, come l’avvocato Andrea Zoppini, professore di dritto civile all’università di Roma Tre. Tommaso Corcos, ad di Fideuram e presidente di Assogestioni e l’ex presidente della Consob Giuseppe Vegas.
Il convegno della Luiss organizzato da Paola Severino
Alla fine sul tema delle liste compilate dai cda è emersa complessivamente una certa diffidenza. Per alcuni non tutelano i diritti delle minoranze, per altri presentano un rischio di opacità e di autoreferenzialità nella governance. Lapidaria in questo senso l’opinione di Vegas. Per lui «la lista del Cda può distorcere gli obiettivi generali di sviluppo economico del sistema, condannando l’azienda alla conservazione e quindi al declino».
Anche Generali adotterà la lista del cda per il prossimo rinnovo
Insomma, non un buon viatico a quella che nei prossimi mesi si annuncerà la madre di tutte le battaglie finanziarie. Ovvero ad aprile il rinnovo del cda delle Generali, su cui per la prima volta si è deciso di adottare il sistema della lista proposta dal cda uscente. Cosa su cui alcuni azionisti, uno in particolare, Francesco Gaetano Caltagirone, promettono battaglia. A guardare al convegno romano, le argomentazioni teoriche per i detrattori non mancheranno. Ed è probabile che la cosa man mano che ci si avvicinerà alla scadenza dei vertici del Leone, crei qualche imbarazzo in famiglia. Basti pensare che se Paola Severino è contraria suo marito, Paolo Di Benedetto, che è stato commissario Consob e professore alla Luiss, dal 2016 consigliere della compagnia triestina, è invece favorevole.