L’amministratore delegato della Lega Serie A Luigi De Siervo ha annunciato di aver chiuso un accordo di 10 milioni a stagione con il Governo e che, fuori dall’Italia, il campionato si chiamerà Serie A Made in Italy. In un’intervista al quotidiano spagnolo AS, ha enunciato le altre mosse fatte dalla società per far tornare il calcio italiano ad un buon livello attrattività che possa competere con l’intrattenimento offerto dalle piattaforme streaming.
L’annuncio di De Siervo: «Il campionato all’estero si chiamerà Serie A Made in Italy»
«Abbiamo iniziato il percorso per recuperare la nostra posizione nella leadership internazionale. Stiamo creando un prodotto più interessante, di maggior qualità. Il tempo effettivo delle partite arriva al 66 per cento, manca un 33 per cento che dev’essere più attrattivo, per esempio con le telecamere che si usano al cinema. Competiamo contro Netflix e Amazon per la conquista del tempo libero della gente. Con l’accordo con il governo e il nuovo nome, la Serie A ha iniziato il viaggio per riconquistare la leadership internazionale», ha dichiarato l’Ad.
Calcio is back è stato lanciato qualche settimana fa, ma per lui è molto più che un semplice slogan. La sfida è quella di crescere e continuare a sviluppare un prodotto buono che porti nuovi investitori: «I fondi hanno iniziato a negoziare con l’Italia perché siamo il campionato con più potenziale, visto che per decenni siamo stati i migliori. Dobbiamo migliorare negli stadi, ma la bellezza delle nostre città e la storia che portano è unica. Inoltre, negli ultimi quattro anni quattro squadre diverse hanno vinto lo scudetto, cosa che non accade in nessun altro campionato. L’Italia è un sogno per molte persone, al di là del calcio».
Le cifre dei diritti tv
Per quanto riguarda le cifre dei diritti tv, De Siervo si è così espresso: «Il nostro obiettivo per il prossimo corso è una cifra tra i 1150 e i 1380 milioni di euro, mentre per l’estero Anna Guarnerio sta lavorando per passare da 250 a 400 milioni. Grazie alla guida di Michele Ciccarese i nostri guadagni commerciali sono passati da 30 a 70 milioni in 3 anni».