Dal palco del Festival Du Luvre, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella auspica che si riparta dalla cultura per costruire un Rinascimento europeo. Letteratura, diritti e convivenza i temi affrontati all’evento.
L’intervista di Sergio Mattarella
«Lo scambio apre le menti, tanto più per una cultura solida e ammirata come quella italiana», ha dichiarato al Corriere della Sera. Secondo il Presidente della Repubblica, il progresso «consente di rimuovere pregiudizi e nozioni artefatte che ostacolano la conoscenza, ricacciandoci in recinti neo-tribali». Da sempre infatti, «l’evoluzione è avvenuta grazie agli scambi con le culture altre».
È proprio in occasione dell’inaugurazione del Festival du Livre di Parigi, dove il nostro Paese è ospite d’onore, che il Capo dello Stato italiano ha ribadito che l’Italia è pronta a inseguire questo progresso, contribuendo a diffondere i valori europei: «La partecipazione dell’Italia, oltre a riconoscere il contributo recato dalla civiltà italica al sentire globale, rappresenta una grande occasione per proseguire sulla strada di una osmosi che consolidi sempre più la piattaforma comune di valori sui quali si fonda la Casa europea. L’incontro e il dialogo tra culture offre l’opportunità di conoscersi al di fuori di consolidati stereotipi e crea, nel confronto, le condizioni per superare la fragilità di una interpretazione dell’identità basata sulla chiusura e il rifiuto dell’altro».

In occasione dell’imminente Giornata Mondiale del Libro (23 aprile), Mattarella ha dichiarato: «Il libro come ogni altra modalità di espressione della creatività umana, rappresenta uno strumento di condivisione della conoscenza. Leggere è essenziale».
La fraternità europea
Il Presidente della Repubblica in questi giorni ha diversi impegnati programmati in Europa, in particolare in Polonia. L’obiettivo del Quirinale è quello di approfondire un confronto leale per cercare di avvicinare due idee d’Europa attraverso un dialogo tra Roma e Varsavia, che procede nonostante le differenze su modi e velocità dell’integrazione europea.
«La fraternità europea, se derivato della triade illuminista, insieme con uguaglianza e libertà, vada intesa come consapevolezza di comune destino e vada oltre la solidarietà. Se i valori espressi dalle singole comunità erettesi in Stato sono comuni, è naturale e soprattutto autentico parlare di fraternità europea», ha concluso Mattarella.