Venerdì il 17 dicembre alle 21:25 su RaiTre va in onda Sergio Marchionne, documentario sulla vita del manager scomparso il 25 luglio del 2018. L’opera – firmata da Francesco Miccichè in coproduzione con Mario Rossini per Red Film assieme Rai Documentari e Luce Cinecittà – riassume le tappe principali della vita e della carriera dell’imprenditore scomparso a 66 anni: dagli anni dell’infanzia fino all’arrivo al Lingotto, quando ha salvato la Fiat dal fallimento per farla diventare uno dei più grandi gruppi automobilistici internazionali, anche grazie alla fusione con il gigante del settore Chrysler. Canadese di origine italiana, fumatore incallito, Marchionne aveva la reputazione di maniaco del lavoro, di grande negoziatore e di visionario.
La vita di Sergio Marchionne: dall’infanzia a Chieti agli studi a Toronto
Marchionne è nato a Chieti il 17 luglio 1952, figlio di un maresciallo dei carabinieri e di una esule istriana. Quando aveva 14 anni, la sua famiglia emigrò in Canada. In seguito ha conseguito una laurea in Filosofia (1978) presso l’Università di Toronto, una in Economia e commercio (1979) e un master in Economia (1985) presso l’Università di Windsor, e una laurea in Giurisprudenza (1983) presso Osgoode Hall Law School della York University di Toronto. Dopo aver conseguito quest’ultimo titolo accademico, Marchionne ha immediatamente iniziato a lavorare come specialista fiscale e per Deloitte & Touche a Toronto. Sempre nella città canadese, dal 1985 al 1988 è stato controller di gruppo e poi direttore dello sviluppo aziendale per l’azienda globale di imballaggi Lawson Mardon Group. Nel 1989 si è trasferito alla Glenex Industries dove ha lavorato per due anni come Executive Vice President.

Gli inizi della carriera e l’arrivo in Svizzera
Dal 1990 al 1992 è stato Vice President Finance e Chief Financial Officer per la società di contabilità Acklands Ltd. Successivamente è tornato a Lawson Mardon, dove è stato vicepresidente dello sviluppo legale e societario e CFO fino a quando non è stata acquisita (1994) dalla società svizzera internazionale di imballaggi e alluminio Alusuisse Lonza Group Ltd. (Algroup). Marchionne si è rapidamente spostato nei ranghi della nuova società e nel 1997 è diventato amministratore delegato e amministratore delegato di Algroup. A seguito della fusione dell’azienda con la società di produzione Alcan Inc. con sede a Montreal nel 2000, è stato nominato CEO e poi presidente della società spin-off Lonza Group Ltd. Nel 2002 Marchionne è stato nominato CEO della società svizzera di test, verifica e certificazione Société Genéralé de Surveillance (SGS), e nel 2006 ne è stato nominato presidente.

L’arrivo al Lingotto e il salvataggio della Fiat
Marchionne è entrato nel consiglio di amministrazione di Fiat SpA nel 2003 e l’anno successivo diventa amministratore delegato. Quando fu assunto dalla famiglia Agnelli per dirigere l’azienda, questa era sull’orlo del fallimento. Sebbene privo di esperienza ingegneristica, il manager la riportò rapidamente alla redditività, ridimensionando e ristrutturando la gestione e accelerando l’introduzione di nuovi modelli di auto. Nel 2009 Marchionne ha sostituito Robert Nardelli come CEO di Chrysler Group, casa automobilistica americana, dopo che la Fiat ne aveva acquisito il controllo dopo la sua uscita dalla bancarotta e il manager, dopo aver rilanciato il marchio, avvia la fusione nel 2014 tra le due industrie danto vita a Fiat Chrysler Automobiles (Fca). La nuova società, con sede legale in Olanda (e domicilio fiscale a Londra), ha debuttato in Borsa – a New York e a Milano – il 13 ottobre 2014. Il matrimonio tra le due aziende è stata il capolavoro di Marchionne, un’operazione monstre che ha rilanciato la casa torinese portando sotto lo stesso tetto i marchi Fiat, Alfa Romeo, Lancia, Maserati, Fiat Professional, Abarth, Jeep, Chrysler, Dodge, Ram Trucks, Mopar, SRT. Ultimo lascito del manager è stato l’azzeramento del debito di Fca, annunciato proprio nel giorno della sua morte.