L’ex segretaria del campo di concentramento si rifiuta di rispondere

Redazione
19/10/2021

La donna, 96 anni, è accusata di essere stata l'esecutrice materiale delle lettere di condanna a morte nel campo di concentramento di Danzica

L’ex segretaria del campo di concentramento si rifiuta di rispondere

La 96enne Irmgard Furchner, ex segretaria nel campo di concentramento nazista di Stutthof, accusata di complicità nell’omicidio di oltre 10.000 persone, non ha risposto ad alcuna domanda al processo iniziato oggi a Itzehoe, nei pressi di Amburgo. Lo riporta l’agenzia di stampa Dpa. La donna, entrata in aula su una sedia a rotelle, con un foulard sulla testa, occhiali e mascherina a coprirle il volto, ha deciso di non rispondere, secondo quanto ha fatto sapere il suo avvocato, Wolf Molkentin.

Irmgard Fuchner, la segretaria delle SS

Secondo l’accusa, Furchner, in qualità di segretaria del comandante delle SS Paul Werner Hope del campo situato vicino Danzica, si occupava della corrispondenza del suo superiore e si incaricava di battere a macchina gli ordini di esecuzione dei prigionieri, per cui era a conoscenza di quanto accadeva nel campo dove i nazisti uccisero circa 65.000 persone, tra cui «prigionieri ebrei, partigiani polacchi e prigionieri di guerra russi».

La tesi dell’accusa contro l’ex segretaria del campo di concentramento

La difesa sostiene che la donna ignorava quale fosse la sorte dei detenuti, sottolineando che gli ordini utilizzavano una terminologia in codice di cui la donna, allora diciottenne, non era necessariamente a conoscenza. La donna doveva comparire in aula lo scorso 30 settembre, ma la mattina del processo non si presentò, costringendo le autorità a emettere un mandato di arresto. Fermata poche ore dopo nei pressi di Amburgo, è stata tenuta in custodia per cinque giorni ed è stata poi rilasciata con braccialetto elettronico.

Altri processi ad ex-nazisti: il caso Josef S

Settantasei anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale, un’ex guardia del campo di concentramento nazista di Sachsenhausen, vicino a Berlino, è da oggi sotto processo per aver assistito all’omicidio di 3.518 prigionieri. Josef S (il cognome completo è Schuetz ma in Germania non si può divulgare il nome di un imputato) è accusato di complicità per la fucilazione di prigionieri di guerra sovietici e dell’omicidio di altri con il gas Zyklon B.