La sentenza è stata pronunciata dalla corte d’assise di Genova: Sebastino Cannella, l’operaio edile di 58 anni accusato di aver ucciso nel luglio dello scorso anno la moglie Marzia Bettino, è stato condannato all’ergastolo. Il femminicidio era avvenuto nel quartiere San Biagio a Genova, nella casa in cui abitava la coppia, in quel periodo in fase di separazione. Fu lo stesso Cannella, dopo aver compiuto il femminicidio, a chiamare i carabinieri per confessare ciò che aveva fatto. L’uomo, dal giorno dell’arresto, si trova nel carcere di Marassi.

Sentenza Cannella: l’uomo è stato condannato all’ergastolo
A ciascuno dei figli, entrambi maggiorenni, è stata riconosciuta la provvisionale da 100 mila euro. Secondo l’accusa, Cannella non avrebbe accettato la separazione. Il pm aveva fatto eseguire una consulenza psichiatrica da cui è emerso che l’operaio è capace di intendere e volere. Cannella, di fronte al giudice per le indagini preliminari, si era detto pentito per quanto aveva fatto, dichiarando di «aver visto tutto nero all’ennesimo rimprovero e di non aver capito più nulla». Secondo quanto riferito dall’avvocato Francesco Del Deo, legale dei figli, fuori dall’aula: «Il fatto che sia stato riconosciuto l’ergastolo senza attenuanti vuol dire che vi è una piena capacità di intendere e volere riconosciuta da tribunale. Non so se questa è una consolazione per i figli perché forse se fosse stato incapace per i figli sarebbe stato più facile elaborare, vediamo le motivazioni, probabilmente verrà fatto appello e preferiremmo non essere in questa situazione pur con una condanna».
La reazione dei famigliari di Cannella alla lettura della sentenza
Secondo quanto emerso dalle indagini, l’uomo ha ucciso la moglie servendosi di una corda. Dopo il terribile gesto, si è allontanato e ha iniziato a vagare per la Valpolcevera, prima di chiamare i carabinieri dalla stazione di Pontedecimo e confessare al telefono l’omicidio. L’imputato ha rilasciato una spontanea dichiarazione, poco prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio: «Chiedo perdono alla mia famiglia, ai miei figli e a tutti quelli cui ho fatto del male. Non sono la persona che loro conoscevano fuori, non è colpa mia». Dopo la lettura della sentenza, i parenti di Cannella hanno urlato e i genitori si sono scagliati contro il figlio, al punto da richiedere l’intervento dei carabinieri per separarli.