«Gli imputati hanno sfruttato con successo i cervelli vulnerabili dei giovani, agganciando decine di milioni di studenti in tutto il Paese attraverso un circuito vizioso di risposte positive sui social media che porta all’uso eccessivo e all’abuso delle piattaforme». Così si legge nella denuncia presentata a Seattle dalle scuole pubbliche contro i colossi dei social media: Meta, Google, ByteDance e Snap.
Seattle, scuole pubbliche denunciano i social media: perché
«Il querelante non sostiene che gli imputati siano responsabili per ciò che terze parti hanno pubblicato sulle piattaforme, ma piuttosto per la condotta stessa degli imputati che e promuovono attivamente contenuti dannosi per i giovani, come messaggi a favore dell’anoressia e che provocano disturbi alimentari» spiegano le scuole e Joe Biden sembra essere d’accordo con loro.

Infatti, in un recente discorso che il Presidente degli Stati Uniti ha tenuto al Congresso, Biden ha parlato anche dei social in questi termini: «Ritenere le piattaforme responsabili dell’esperimento nazionale che stanno conducendo sui nostri figli a scopo di lucro» come richiesta formale ai membri del Congresso.
Cosa è successo
«Ho visto ripetutamente conflitti di interesse fra quello che era buono per il pubblico e quello per che era buono per Facebook e Facebook ogni volta ha scelto quello che era meglio per lei. Una ricerca realizzata da Facebook dice che le giovani donne che seguono contenuti legati al disordine alimentare, più seguono questi temi e più entrano in depressione. E questo porta a usare Instagram di più». Così aveva dichiarato al Wall Street Jornal l’ex product manager Frances Haugen.

Le scuole hanno chiesto al tribunale di costringere i colossi americani coinvolti a risarcire le famiglie dei ragazzi coinvolti e a evitare di realizzare ricerche di mercato su giovanissimi. In più, le scuole chiedono anche attività di prevenzione sull’uso smodato dei social.