Sean Penn: «Boicottare gli Oscar se Zelensky non parlerà»
L’attore ha invitato i colleghi a disertare la cerimonia più attesa di Hollywood. E si è detto pronto a scioglere nell’acido le sue statuette in segno di protesta.
Da quando è iniziata l’invasione russa, Sean Penn è letteralmente in prima linea come sostenitore dell’Ucraina. Entrato nel Paese in guerra, vi ha trascorso diverso tempo girando materiale per un documentario sul conflitto ed ha persino incontrato il presidente Volodymyr Zelensky. Nel corso di un’intervista rilasciata alla Cnn, in collegamento da Varsavia l’attore ha invitato i colleghi a boicottare la notte degli Oscar, nel caso venisse impedito a Zelensky di parlare nel corso della cerimonia. Non solo: ha anche detto che è pronto a sciogliere nell’acido le sue statuette in segno di protesta, appena rientrerà negli Stati Uniti.

LEGGI ANCHE: Notte degli Oscar, Zelensky potrebbe fare un intervento durante la cerimonia
Zelensky agli Oscar, la frenata dell’Academy
Nei giorni scorsi si era diffusa la notizia che Zelensky potesse prendere la parola, in videocollegamento, durante la cerimonia di consegna delle statuette in programma domenica 27 marzo. Abc, ovvero l’emittente che trasmette la notte degli Oscar, si sarebbe detta favorevole alla partecipazione del presidente ucraino. Ma, a quanto pare, l’Academy all’ultimo ha deciso di fare marcia indietro, preferendo non politicizzare l’evento.

LEGGI ANCHE: Così parlò Zelensky
Sean Penn, cosa ha detto alla Cnn
«Se l’Academy ha deciso di non dare spazio al leader di un Paese che sta prendendo pallottole e bombe per tutti noi, assieme ai bambini ucraini che stanno cercando di proteggere, allora penso che questa decisione sarebbe il momento più osceno di tutta la storia di Hollywood», ha detto Sean Penn alla Cnn. «Credo che sia una grande opportunità da sfruttare. Se questo non accadrà scioglierò pubblicamente i miei Oscar nell’acido appena sarò di ritorno». Sean Penn ha vinto due Academy Awards come Miglior attore nel corso della carriera, uno per Mystic River del 2003 e l’altro per Milk del 2008. Nel 2010, in risposta al terremoto ad Haiti, ha fondato l’organizzazione senza scopo di lucro CORE, con cui sta aiutando i rifugiati ucraini in Polonia.