Anche la scuola deve fare i conti con l’aumento generale del costo della vita. Uno dei momenti più amati dagli studenti, le gite, sono diventate troppo care e metà degli alunni ci rinuncia.
Gite troppo care: metà degli alunni rinuncia
Le gite che costano di più sono di norma quelle che durano più giorni. Quando però si deve andare in un’altra regione italiana o all’estero, i prezzi dei trasporti e i preventivi delle agenzie di viaggio costringono molte famiglie a dover dire di no ai propri figli, che così rinunciano ad effettuare il viaggio d’istruzione.
«Le classi ormai partono con appena metà o poco più dei ragazzi, i costi sono saliti del 20 per cento», spiega Cristina Costarelli di Anp Lazio. Le gite scolastiche dai 3 ai 5 giorni ormai costano dai 350 ai 600 euro. Così gli studenti sono costretti a rimanere sui banchi di scuola e viaggiare con la fantasia.

L’alternativa al rimanere in aula è scegliere delle mete più economiche. Poco cambia, però, quando in una famiglia ci sono più figli. Molte scuole si stanno impegnano a coprire le spese delle gite e incentivarne la partecipazione ad un numero sempre maggiore di ragazzi, ma l’aumento dei prezzi degli aerei, dei trasporti in generale e degli hotel rende sempre più difficile, se non impossibile, provare ad andare incontro agli studenti.
La situazione post Covid e la sospensione dell’Erasmus
Dopo tre anni di stop totale a qualsiasi tipo di viaggio, i ragazzi sentono il bisogno di approfittare della situazione post Covid e fare i turisti, ma le gite troppo care non glielo permettono. Bisogna inoltre fare i conti anche con la crisi e l’inflazione che rischiano di rendere l’amatissima gita scolastica un tabù.Non va meglio agli universitari. Il progetto Erasmus, infatti, è stato sospeso per mancanza di fondi. Il 25 per cento degli scambi di studio è stato cancellato a causa della pandemia di Covid-19 e Il 75 per cento degli studenti le cui mobilità sono state cancellate ha ottenuto il sostegno dalle loro università di provenienza.