Il massacro del Circeo di nuovo al centro della cronaca: è stato infatti vietato ai minori di 18 anni il film di Stefano Mordini, La Scuola Cattolica, che racconta gli avvenimenti di uno dei delitti più efferati della storia italiana. La pellicola, tratta dall’omonimo libro di Edoardo Albinati – Premio Strega nel 2016 – sarà nelle sale da giovedì 7 ottobre e ripercorrerà la vicenda in cui perse la vita una ragazza di diciannove anni – Rosaria Lopez – dopo essere stata seviziata e violentata insieme a un’amica – Donatella Colasanti – che riuscì a fuggire dalla furia dei suoi tre aguzzini. Il film era già stato presentato fuori concorso all’ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, lo scorso settembre, e in quella circostanza era stato classificato come vietato ai minori di 14 anni.
La Scuola Cattolica vietata ai minori: le motivazioni della Commissione
Si concentrano tutte attorno a elementi tematici e di narrazione le ragioni che hanno portato la Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche incaricata dalla Direzione generale Cinema e audiovisivo del ministero della Cultura a censurare il film di Mordini: «Il film presenta una narrazione filmica che ha come suo punto centrale la sostanziale equiparazione della vittima e del carnefice. In particolare i protagonisti della vicenda pur partendo da situazioni sociali diverse, finiscono per apparire tutti incapaci di comprendere la situazione in cui si trovano coinvolti. Questa lettura che appare dalle immagini, assai violente negli ultimi venti minuti, viene preceduta nella prima parte del film, da una scena in cui un professore, soffermandosi su un dipinto in cui Cristo viene flagellato, fornisce assieme ai ragazzi, tra i quali gli omicidi del Circeo, un’interpretazione in cui gli stessi, Gesù Cristo e i flagellanti vengono sostanzialmente messi sullo stesso piano. Per tutte le ragioni sopracitate la Commissione a maggioranza ritiene che il film non sia adatto ai minori di anni diciotto» si legge nel documento.
La Scuola Cattolica vietato ai minori: la replica del regista
«Non riesco a trovare delle ragioni valide per questa censura e se mi sforzo di trovarle, mi inquietano. Nella motivazione della commissione censura si lamenta il fatto che le vittime e i carnefici siano equiparati, con particolare riferimento a una lezione di un professore di religione, ma questo è esattamente il contrario di quello che racconta il film, e cioè che, provenendo dalla stessa cultura, è sempre possibile compiere una scelta e non deviare verso il male. Una delle due vittime, all’epoca, era minorenne e il nostro è un film di adolescenti interpretato da adolescenti. Trovo assurdo che oggi si vieti ai ragazzi anche solo di vedere, attraverso un libero mezzo di espressione, quello che due ragazze come loro anni fa hanno subito, questo atto censorio priva una generazione di una possibile presa di coscienza che potrebbe essere loro utile per difendersi da quella violenza spesso protagonista nella nostra cronaca. E questo perché alcune delle ragioni di quella tragedia sono purtroppo ancora attuali» commenta Stefano Mordini.
I famigliari delle vittime esprimono stupore per la decisione
Sgomento tra i parenti di Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, sorpresi dalla scelta di vietare la pellicola ai minori di 18 anni. I famigliari infatti, fanno sapere per bocca del proprio legale, di aver «apprezzato la volontà di tramandare, anche in chiave di ammonimento per il futuro, la memoria della loro tragedia, soprattutto alle giovani generazioni. Hanno, pertanto, appreso con grande sorpresa della decisione del Ministero della Cultura di vietare la visione del film ai minori degli anni diciotto».