Lontano 12 anni luce dalla Terra, un esopianeta di simili dimensioni sta emettendo un segnale radio giunto fino a noi. Potrebbe essere l’effetto dell’interazione fra il suo campo magnetico con quello della sua stella. Si tratta di YZ Ceti b che, secondo gli astronomi che hanno effettuato le rilevazioni, potrebbe avere una propria atmosfera e dunque essere idoneo ad ospitare la vita. La ricerca, disponibile su Nature Astronomy, è opera dell’Università del Colorado a Boulder e dell’Università di Bucknell, in Pennsylvania. Fondamentale per le osservazioni è stato il Karl G. Jansky Very Large Array, radiotelescopio a Socorro, nel New Mexico.
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Il campo magnetico dell’esopianeta è frutto delle interazioni con la sua stella
I ricercatori hanno ipotizzato che il segnale radio giunto sulla Terra sia frutto delle interazioni fra il campo magnetico di YZ Ceti b e la stella attorno a cui orbita, YZ Ceti. L’esopianeta in questione può compiere un giro completo attorno al suo astro in appena due giorni, un dato nettamente inferiore rispetto ai corpi celesti del nostro Sistema Solare. Se la Terra necessita di un intero anno, il più rapido è Mercurio che gira attorno al Sole in 88 giorni. Nel corso del fenomeno, hanno ipotizzato gli esperti, il plasma di YZ Ceti tende a scontrarsi con il campo magnetico dell’esopianeta generando le forti onde radio rilevabili con gli strumenti terrestri. «Stiamo capendo molto meglio come funziona l’ambiente attorno alle stelle», ha detto Sebastian Pineda, astrofisico del Colorado e principale autore dello studio. «Lo chiamiamo clima spaziale extrasolare».
Red dwarf YZ Ceti was seen to produce two bursts of radio waves. They may have been caused by the star interacting magnetically with a nearby terrestrial planet, since they occurred at similar points in the planet's two-day orbit. Pineda & Villadsen: https://t.co/3ArDQskcaD pic.twitter.com/tpJRoIxOYk
— Nature Astronomy (@NatureAstronomy) April 3, 2023
Secondo le prime ipotesi, è probabile che YZ Ceti b crei con la sua stella le aurore, come la Terra con il Sole. «La stessa emissione radio potrebbe essere un’aurora», ha confermato alla Cnn Pineda. «Qualora ci fosse un’atmosfera, si vedrebbe dalla superficie». Per quanto sia già rivoluzionaria, la scoperta di un esopianeta con campo magnetico necessiterà di ulteriori conferme. «Ci aspetta un grande lavoro, anche se siamo sulla strada giusta», ha aggiunto Pineda, anticipando l’inizio di nuovi studi. Nel prossimo decennio saranno operativi altri radiotelescopi in grado di effettuare rilevazioni ancor più approfondite. «Questa ricerca non mostra solo la possibile esistenza di un corpo celeste esterno al Sistema Solare dotato di campo magnetico», ha spiegato Joe Pesce, direttore del National Radio Astronomy Observatory. «Fornisce un metodo per cercarne altri».
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Il campo magnetico è fondamentale per lo sviluppo della vita
«Se un pianeta sopravvive con un’atmosfera dipende anche dalla presenza di un forte campo magnetico», ha proseguito Pineda. «Affinché le onde radio siano rilevabili dalla Terra, devono essere molto forti». Come mai però il magnetismo è cruciale per l’atmosfera e dunque per la possibile vita su un pianeta? Come hanno sottolineato gli scienziati, questo agisce come uno scudo attorno al corpo celeste, proteggendolo dalle particelle ad alta energia e dal plasma di cui le stelle si liberano in continuazione. Senza la sua presenza, l’atmosfera tenderebbe a erodersi rendendo impossibile la vita sulla superficie. Sebbene la comunità scientifica abbia già osservato un campo magnetico su esopianeti di dimensioni simili a Giove, è molto raro trovarlo su corpi celesti grandi quanto la Terra in quanto essenzialmente invisibile.
