Scoperto il più antico caso di amputazione in un ragazzo di 31 mila anni fa

Fabrizio Grasso
08/09/2022

Nel Borneo è stato rinvenuto uno scheletro con segni di amputazione alla gamba sinistra. Appartiene a un ragazzo di 31 mila anni fa ed è il più antico caso mai registrato.

Scoperto il più antico caso di amputazione in un ragazzo di 31 mila anni fa

Incredibile scoperta nel Borneo. Un team di archeologi australiani ha infatti rinvenuto uno scheletro umano che potrebbe riscrivere la storia della medicina. Databile al radiocarbonio a circa 31 mila anni fa, presenta chiari segni di amputazione alla gamba sinistra effettuata con successo. Gli scienziati ritengono infatti che il paziente sarebbe sopravvissuto per diversi anni dopo l’operazione. È così il più antico caso di intervento chirurgico mai registrato ed è in grado di sovvertire quanto pensato in precedenza sulle conoscenze umane. La ricerca integrale è disponibile sulla rivista scientifica Nature.

Trovato nel Borneo scheletro con amputazione alla gamba sinistra. È di un ragazzo di 31 mila anni fa ed è il più antico caso mai registrato.
Le ossa rinvenute nel Borneo con i segni dell’amputazione (Griffith University, Twitter)

Gli archeologi hanno trovato anche le ossa dell’arto amputato

La scoperta è opera della Griffith University australiana. Gli archeologi, sotto la guida del professor Maxime Aubert, avevano rinvenuto le ossa già nel 2020 all’interno della grotta Liang Tebo, nella provincia orientale del Kalimantan, nel Borneo. Si tratta di un sito eccezionale dal punto di vista storico, in quanto ha restituito incisioni rupestri che hanno fatto la storia della paleoantropologia. La scoperta odierna è in grado di scriverne una nuova e brillante pagina. Gli archeologi hanno rinvenuto uno scheletro ben conservato di un giovane uomo o donna, deceduto probabilmente fra i 19 e i 21 anni per ragioni incerte. Risale, secondo la datazione al radiocarbonio, a circa 31 mila anni fa e presenta un aspetto del tutto inedito. Sono visibili infatti segni di un’amputazione volontaria della parte inferiore della gamba sinistra. Non solo, ma gli esperti sono certi che il paziente sia sopravvissuto nove anni dopo l’intervento.

«Dovevano avere una profonda conoscenza dell’anatomia umana», ha detto alla Cnn il dottor Aubert. «Flusso sanguigno, anestesia e antisepsi erano concetti a loro familiari». Si tratta di una notizia incredibile, dato che finora si pensava fossero competenze apprese solo con l’emergere di agricoltura e insediamenti 10 mila anni fa. Al momento, infatti, il più antico caso di operazione chirurgica era databile al 5 mila a.C. nell’odierna Francia. Basti pensare che, come ricordano gli esperti, l’amputazione medica è divenuta prassi in Occidente solo un secolo fa, con l’arrivo dei primi antibiotici. «Prima la perdita di sangue, lo shock e le successive infezioni erano spesso fatali».

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I chirurgi dell’epoca forse utilizzarono arnesi in pietra

Nonostante le scarse aspettative, il paziente preistorico è sopravvissuto per nove anni dopo l’operazione. Lo dimostrano le ossa dell’arto amputato, rinvenute accanto al corpo. Mentre lo scheletro ha le dimensioni di un adolescente di 19-21 anni, la parte operata si addice all’anatomia di un bambino. Ciò fa pensare che l’intervento si sia tenuto in età giovanile, probabilmente intorno ai 10 anni. I chirurghi utilizzarono bisturi o coltelli in pietra, basandosi su un’ottima conoscenza delle arterie e delle azioni per disinfettare e fermare il flusso del sangue. «È sbalorditivo», ha proseguito alla Cnn Charlotte Roberts, dottoressa del Dipartimento di Archeologia all’Università di Durham, nel Regno Unito. «Si tratta di un’operazione volontaria. Una lesione accidentale infatti non presenterebbe tagli così netti». Gli archeologi ritengono plausibile che gli uomini di quell’epoca conoscessero anche le piante con proprietà medicinali da usare.

Trovato nel Borneo scheletro con amputazione alla gamba sinistra. È di un ragazzo di 31 mila anni fa ed è il più antico caso mai registrato.
La grotta indonesiana di Liang Tebo, nel Borneo (Twitter)

Liang Tebo non è nuova agli appassionati di storia. La grotta calcarea nel Borneo è già finita sulla pagine dei giornali per aver restituito incredibili pitture rupestri e incisioni di mani umane sulle pareti. Probabilmente furono opera dell’Homo florensiensis o dell’Homo luzonensis, specie di piccole dimensioni tipiche dell’area. «Da qui gli umani partirono per la Papua e l’Australia nel primo viaggio marittimo della storia», ha concluso Aubert. «Erano abili artisti e ora sappiamo che conoscevano benissimo la medicina». Restano ancora diversi metri di sedimenti da scavare, pertanto è probabile che le scoperte non siano ancora finite.