Continua il ciclo di documentari dedicati ad alcuni dei più noti e controversi casi di cronaca italiana. Questa sera, sabato 27 novembre 2021, a partire dalle 21.25, la prima serata di Nove propone Scomparsa nel nulla – Il caso Elena Ceste, dedicato all’omicidio di Elena Ceste, 37enne di Castiglione d’Asti e madre di 4 figli.
Una donna scomparsa, non lontana da casa…
Il caso Elena Ceste, scomparsa a gennaio 2014 e trovata morta dopo 9 mesi…#SparitaNelNulla – Il Caso Elena Ceste – sabato alle 21:25 sul #NOVE, ma già ora su @discoveryplusIT 👉 https://t.co/CniCoGjPGo pic.twitter.com/z81jVx1HUj— NOVE (@nove) November 22, 2021
Scomparsa nel nulla – Il caso Elena Ceste: le cose da sapere sul documentario in onda questa sera su Nove alle 21.25
Scomparsa nel nulla – Il caso Elena Ceste: la misteriosa sparizione di Elena e il ritrovamento del corpo
Era il 24 gennaio 2014 quando, a Castiglione d’Asti, spariva Elena Ceste, sposata con Michele Buoninconti e madre di 4 bambini. A denunciarne la scomparsa fu proprio il compagno, dichiarando che la moglie era sconvolta perché, il giorno prima, gli aveva confessato di aver scambiato messaggi compromettenti con un altro uomo. Quel che insospettì le forze dell’ordine, tuttavia, fu un dettaglio insolito della testimonianza del partner: Buoninconti, infatti, dichiarò che Ceste fosse uscita di casa completamente nuda. Dopo mesi di ricerche, il 18 ottobre del 2014, nelle acque del Rio Mersa, a pochi chilometri di distanza dall’abitazione di Ceste, venne ritrovato un cadavere: si trattava proprio della 37enne. L’autopsia stabilì come causa della morte l’asfissia e Buoninconti venne accusato di omicidio.
Scomparsa nel nulla – Il caso Elena Ceste: la ricostruzione del delitto
Secondo le ricostruzioni dei giudici, quella mattina, dopo aver accompagnato i bambini a scuola, Buoninconti sarebbe rientrato a casa attorno alle 8.43. Il delitto sarebbe avvenuto allora, tra le pareti della camera da letto. Dove l’uomo avrebbe strangolato la compagna fino ad ucciderla. Successivamente, avrebbe caricato il corpo nel bagagliaio dell’automobile e lo avrebbe trasportato fino al fiume. L’esame delle celle telefoniche avrebbe supportato questa versione e il tempo intercorso tra la morte e l’occultamento del cadavere ha condotto gli inquirenti a sostenere l’ipotesi di omicidio premeditato.
Scomparsa nel nulla – Il caso Elena Ceste: le indagini, il processo e il movente
Nonostante le sue iniziali dichiarazioni relative a un allontanamento volontario della vittima, Buoninconti venne visto sin da subito come primo indagato. Ad alimentare i sospetti contribuirono anche una serie di cimici nascoste nell’appartamento, che ne rivelarono un carattere aggressivo nei confronti dei figli. Ma non solo. A scatenare dubbi fu anche il fatto che non si mostrò mai addolorato né sconvolto nel periodo dei sopralluoghi. Anzi, esattamente il contrario: dai tabulati telefonici, si notò come avesse intrattenuto diverse conversazioni telefoniche con numerose donne. Il procedere delle indagini portò alla luce un’ulteriore prova, il cellulare di Ceste. Che, ritrovato dal marito tra i vestiti della donna, venne utilizzato per ricostruirne il percorso. Buoninconti non ha mai ammesso la sua colpevolezza. Nel 2015, è stato condannato a 30 anni di carcere, confermati in appello, e gli è stata tolta anche la patria potestà sui figli. Ma quale sarebbe stato il motivo che l’avrebbe spinto a uccidere la moglie? Il movente andrebbe rintracciato nel rapporto tormentato tra i due, ormai in crisi. Buoninconti è stato descritto come oppressivo e violento, una persona abituata a controllare chiunque. Una volta scoperto che Ceste sentiva altre persone e compresa l’intenzione di allontanarsi da lui, avrebbe di tutto pur di trattenerla.