Scomparsa – Il caso Ragusa stasera su Nove: la storia di Roberta Ragusa al centro del documentario
Al centro del documentario Scomparsa - Il caso Ragusa, in onda stasera, sabato 5 marzo 2022 alle 23.35 su Nove, la storia della misteriosa scomparsa di Roberta Ragusa.
La seconda serata di Nove propone Scomparsa – Il caso Ragusa in onda questa sera, sabato 5 marzo 2022, a partire dalle 23.35. Attraverso una ricostruzione dettagliata della vicenda e le testimonianze dei parenti della vittima, delle forze dell’ordine, degli avvocati e dei criminologi, lo speciale ripercorre la storia del caso che ha visto coinvolta Roberta Ragusa, scomparsa nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 e mai più ritrovata.
Scomparsa – Il caso Ragusa: cosa sapere sul documentario in onda stasera su Nove alle 23.35
Scomparsa – Il caso Ragusa: dov’è finita Roberta Ragusa?
Era la notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 quando Roberta Ragusa spariva misteriosamente da San Giuliano Terme, in provincia di Pisa. All’epoca aveva 45 anni, due figli e un matrimonio apparentemente in crisi. A precipitarsi in caserma a denunciare la scomparsa è stato il marito Antonio Logli che, nella sua deposizione, aveva raccontato di aver visto la moglie l’ultima volta la sera prima, con indosso le ciabatte e un pigiama rosa, pronta a buttare giù la lista della spesa nella cucina della villetta familiare dove vivevano. L’indomani, destato dal suono della sveglia della donna, puntata alle 6 e 45, non l’aveva più trovata accanto a sé.

Scomparsa – Il caso Ragusa: le indagini e i sospetti su Logli
Nella prima versione dei fatti, Logli aveva ipotizzato potesse essere fuggita nella notte, forse in stato confusionale, a causa di una caduta accidentale da una scala che, qualche giorno prima, l’aveva portata a battere la testa mentre riponeva gli addobbi di Natale. Partendo da questa pista, gli inquirenti avevano iniziato a indagare sull’incidente segnalato dal 45enne e confermato anche da un’amica della vittima. Il colpo era stato effettivamente violento ma non le aveva causato alcun danno grave. Ragion per cui, secondo gli investigatori, non sarebbe stato plausibile pensare a una perdita di lucidità proprio la sera della sua scomparsa, che l’avrebbe portata ad abbandonare tutto e tutti per non fare più ritorno. Reputata, dunque, inattendibile la testimonianza del compagno, le forze dell’ordine avevano dirottato tutte le loro attenzioni sull’analisi dei comportamenti dell’uomo, che si mostrava sempre agitato e intenzionato a far prevalere con la forza la propria opinione.

Per l’accusa, il modus operandi successivo alla scomparsa non era per niente chiaro. Qualche giorno dopo, infatti, aveva portato via la sua auto, sottraendola al controllo dei cani molecolari e giustificandosi con la necessità di riparare un guasto. In più, aveva chiesto a Sara Calzolaio, baby sitter dei figli e dipendente della scuola guida di famiglia, di cancellare le mail che si erano scritti e far sparire il cellulare. Questo aveva instillato negli inquirenti il dubbio che potessero esserci crepe nell’unione tra Ragusa e Logli e, addirittura, l’ombra di una relazione extraoconiugale con Calzolaio.
Scomparsa – Il caso Ragusa: il tradimento e la crisi
Sposatasi a 28 anni e da sempre abituata a una relazione fatta di alti e bassi, Ragusa viveva con Logli una storia tutt’altro che idilliaca. A sgretolare ulteriormente la loro unione già fragile ci aveva pensato un figlio, morto per malformazione congenita al quarto mese di gravidanza. Neppure gli altri due bambini avevano aiutato a unirli e, nonostante i ripetuti tentativi di comunicare, avevano continuato anno dopo anno ad allontanarsi. Fino a spingere Logli nelle braccia della giovane Calzolaio. Ragusa lo sospettava: nelle pagine del suo diario, ci sono pagine fitte di pensieri sulla crisi coniugale e sui sospetti riguardanti possibili tradimenti. Oltre che sfoghi pieni di solitudine e tristezza per il comportamento di un partner che era diventato freddo e distaccato.
Scomparsa – Il caso Ragusa: la svolta e il corpo mai ritrovato
Tutto è cambiato quando la Procura ha acquisito la testimonianza di due persone che, nella notte del 14 gennaio, si trovavano poco lontano dai campi della famiglia Logli. Si trattava di un uomo e una donna: il giostraio Loris Gozi e la moglie. La coppia aveva raccontato di aver visto un uomo somigliante al 45enne mentre trascinava in auto, contro la sua volontà, una donna con un pigiama rosa. Per gli avvocati della vittima, la descrizione della macchina corrispondeva e anche la dinamica della fuga poteva essere reputata verosimile. In tutto questo, però, rimaneva il nodo più grosso da sciogliere: quello del mancato ritrovamento del cadavere. Per la Procura si trattava senza dubbio di omicidio e la fuga non era altro che un tentativo di allontanarsi da un’aggressione domestica. Secondo l’accusa, l’uomo aveva ucciso la partner e si era disfatto del corpo.
Scomparsa – Il caso Ragusa: l’arresto di Logli e la posizione dei figli
Nel 2016 Logli veniva condannato a 20 anni di reclusione per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Vani sono stati i tentativi di ribadire la propria innocenza, sostenendo che Ragusa si fosse allontanata volontariamente, magari per rifarsi una vita con qualcun altro, magari in America, sebbene non avesse né documenti né effetti personali né soldi con sé. Tesi supportata, non senza scalpore, anche da Daniele Logli, primogenito della coppia e dalla secondogenita Alessia che, durante l’iter giudiziario, si sono ripetutamente schierati dalla parte del padre.

Scomparsa – Il caso Ragusa: l’ipotesi di una fuga all’estero a 10 anni dalla sparizione
A dieci anni dalla scomparsa, è emersa una nuova pista, che vedrebbe la 45enne all’estero. Alla base della teoria, una pagina di diario di Ragusa che proverebbe la sua volontà di cambiare vita e le dichiarazioni di un teste che smentirebbero quelle di Gozi.