Luigi Di Maio fa le valigie e lascia il Movimento 5 stelle. L’annuncio clamoroso durante la conferenza stampa nella sala convegni dell’Hotel Bernini Bristol di Roma. Ad ascoltare, e applaudire, il ministro degli Esteri molti degli oltre 60 parlamentari che hanno aderito alla nuova creatura che si chiamerà ‘Insieme per il futuro’.
La stoccata contro i vertici del M5s
Di Maio ha attaccato chi nel M5s ha fomentato la guerra interna solo «per motivi mediatici». Parlando dell’Ucraina, è stato chiaro: «Dovevamo scegliere da che parte stare della storia». Mentre «i dirigenti del Movimento hanno rischiato di indebolire l’Italia, di mettere in difficoltà il governo per ragioni legate alla propria crisi di consenso. La guerra non è uno show mediatico, è da irresponsabili picconare il governo». Quindi l’annuncio: «Lascio il Movimento, è una scelta sofferta che non avrei mai pensato di fare». Di Maio ha poi rinnovato la stima e la fiducia nel presidente del Consiglio Mario Draghi, «motivo di orgoglio per l’Italia nel mondo». Basta dunque populismi, basta sovranismi, basta con gli errori del passato, che Di Maio ha ammesso. Ora, ripete il titolare della Farnesina si volta pagina: «Abbiamo bisogno di aggregare le migliori capacità e talenti. Perché uno non vale uno».
Gli scissionisti alla Camera e al Senato
Nel pomeriggio a Montecitorio e al Senato era partita la conta dei fedelissimi del ministro degli Esteri pronti a dare vita a gruppi autonomi. Le adesioni al momento superano le 50, tra deputati ed esponenti di governo tra cui Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, Anna Macina, sottosegretaria alla Giustizia, Dalila Nesci, sottosegretaria al Sud e Laura Castelli, sottosegretaria al Mef. Alla Camera tra i nomi che circolano ci sono quelli di Francesco D’Uva, Vincenzo Spadafora e la presidente della commissione Banche Carla Ruocco. A Palazzo Madama invece lascerebbero il M5s, tra gli altri, Vincenzo Presutto e Primo Di Nicola.

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L’ultima puntata dello scontro tra Di Maio e Conte
La scissione, uno dei momenti più difficili del Movimento, e il redde rationem tra Di Maio e Giuseppe Conte è arrivata dopo il risultato deludente alle Amministrative e alla vigilia dell’arrivo di Beppe Grillo a Roma previsto per giovedì. E soprattutto in tempo per il dibattito sulla guerra in Ucraina del Consiglio europeo a metà settimana. Con l’addio della pattuglia di dimaiani, il gruppo M5s si assottiglia ulteriormente e non sarà più, con buona probabilità, il più numeroso del parlamento cedendo il passo alla Lega di Matteo Salvini.
Il post di GrIllo: «Chi non crede nelle regole lo dica»
Sulla guerra all’interno del M5s oggi è intervenuto Grillo. «Chi non crede nelle regole lo dica», ha scritto sul suo Blog senza citare direttamente né Conte né Di Maio, propendendo però per il primo. «La luce del sole è il miglior disinfettante. Luce sia, dunque, sulle nostre ferite, sulla palude e sull’oscurità. Qualcuno non crede più nelle regole del gioco? Che lo dica con coraggio e senza espedienti. Deponga le armi di distrazione di massa e parli con onestà».

Alessandro Di Battista: «Ignobile tradimento»
Duro, anzi durissimo, l’ex Alessandro Di Battista: «Della nuova scissione del Movimento 5 stelle (ricordo che ne avvenne già una dopo l’ok al governo Draghi) e della nascita del nuovo gruppo ‘atlantisti e europeisti’ o ‘moderati e liberali’, non mi importa nulla. Ho lasciato il Movimento esclusivamente per questioni politiche quando venne presa la decisione scellerata (e suicida) di entrare nel governo dell’assembramento», ha scritto su Facebook. E ancora: «Ciò che avviene oggi è soprattutto frutto di quei giorni. Un movimento nato per non governare con nessuno ha il diritto di evolversi e governare con qualcuno (mantenendo, ovviamente, la maggioranza nel consiglio dei ministri) per portare a casa risultati. Non ha alcun diritto di governare con tutti per portare a casa comode poltrone. Si chiama ignobile tradimento. Non senso di responsabilità».