Partirà alle 21 del 1 dicembre lo sciopero treni 1-2 dicembre 2022: gli orari e le fasce di garanzia dipendono dalle singole società. Oltre a questo, c’è da contare che anche aerei, taxi, trasporto marittimo e trasporto locale aderiranno allo sciopero. Infatti, si parte con i treni, che avranno 24 ore di sciopero, dalle 21 dell’1 alle 21 del 2 dicembre 2022. Trenitalia prevede dei mezzi di garanzia dalle 9 alle 17, mentre Trenord annuncia due fasce di garanzia: dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21. In più, mette a disposizione il numero 800.89.20.21. Invece, Italo dispone come numero di servizio il contatto 89.20.20.
Sciopero treni 1-2 dicembre 2022: orari e fasce di garanzia
Gli aerei scioperano per 24 ore, dalla mezzanotte del 2 dicembre alle 23:59. Per le autostrade, lo sciopero parte dalle 22 dell’1 fino alle 22 del 2 dicembre. I marittimi potranno scioperare per 24 ore, come il personale aereo. Per i mezzi pubblici, lo sciopero è di 24 ore, ma cambiano da città a città le fasce di garanzia. Bologna ne inserisce due: dalle 08:30 alle 16:30 e dalle 19:30 fino a fine servizio.

Anche i tassisti potrebbero aderire allo sciopero, in base alla sigla sindacale di riferimento. I sindacati hanno diverse richieste per il Governo. In generale, si chiede un adeguamento degli stipendi al costo della vita e un intervento sulle bollette e sui rincari dei generi di prima necessità che hanno subìto un aumento di prezzo.
Aderiscono anche aerei, taxi, marittimi e trasporto pubblico locale
«Rinnovo dei contratti e aumento dei salari con adeguamento automatico al costo della vita e con recupero dell’inflazione reale. Introduzione per legge del salario minimo di 12 euro l’ora. Cancellazione degli aumenti delle tariffe dei servizi ed energia, congelamento e calmiere dei prezzi dei beni primari e dei combustibili, incameramento degli extra-ricavi maturati dalle imprese petrolifere, di gas e carburanti. Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Blocco delle spese militari e dell’invio di armi in Ucraina, nonché investimenti economici per la scuola, per la sanità pubblica, per i trasporti, per il salario garantito a disoccupati e sottoccupati» scrivono i Cobas sul loro sito.

«Rilancio di un nuovo piano strutturale di edilizia residenziale pubblica che preveda anche il riuso del patrimonio pubblico attualmente in disuso, a beneficio dei settori popolari e dei lavoratori. Fermare le stragi di lavoratori, introdurre il reato di omicidio sul lavoro. Fermare la controriforma della scuola e cancellare l’alternanza scuola-lavoro e gli stage gestiti dai centri di formazione professionale pubblici e privati. Difesa del diritto di sciopero. Riconoscimento a tutte le OO.SS. di base dei diritti minimi e dell’agibilità sindacale in tutti i luoghi di lavoro. Introdurre una nuova politica energetica che utilizzi le fonti rinnovabili, senza ricorrere a nucleare e rigassificatori. L’aumento delle risorse a favore dell’autodeterminazione, la tutela della salute delle donne e per combattere discriminazioni, oppressione nel lavoro, nella famiglia e nella società» concludono. Le sigle sindacali sono tutte d’accordo sull’aumento degli stipendi, l’adeguamento all’inflazione e l’intervento su bollette e generi di prima necessità.