Alcuni sindacati hanno annunciato lo sciopero nazionale dei trasporti per venerdì 22 aprile, della durata di 24 ore. Sono previste fasce diverse per ogni settore della mobilità. Ecco i mezzi coinvolti e quali sigle scendono in piazza.
Sciopero nazionale dei trasporti del 22 aprile
Per venerdì 22 aprile è previsto lo sciopero nazionale dei trasporti per 24 ore. Tutti i servizi si fermeranno, sia per quanto riguarda il settore pubblico che quello privato, in varie città d’Italia. I lavoratori sciopereranno, tra le altre città, a Roma, Bologna e Milano. A indire lo sciopero è stata l’Associazione lavoratori (Al) Cobas, alla quale si è affiancata l’Unione sindacale di base (Usb) lavoro privato. Le motivazioni sono varie, dall’aumento “di salari e pensioni” per tutelare i lavoratori dall’inflazione all’introduzione “del reato di omicidio sul lavoro”.

I mezzi coinvolti
Ogni settore dei trasporti ha le rispettive fasce orarie. Quello aereo inizierà alla mezzanotte di giovedì 21 aprile per terminare alla mezzanotte di venerdì. Il ferroviario, che riguarda Trenord e Trenitalia, scatterà dalle ore 21 di giovedì e durerà fino alle 21 del venerdì. Non dovrebbero essere coinvolti i treni a Lunga percorrenza, mentre per i regionali saranno garantite le fasce di maggiore frequentazione: dalle 6:00 alle 9:00 e dalle 18:00 alle 21:00. Da capire, ancora, in che misura il trasporto locale, quindi Atm, prenderà parte allo sciopero. Saranno coinvolti, poi, anche il settore marittimo e quello autostradale (dalle 22 di giovedì alle 22 di venerdì).

La manifestazione a Roma
Inoltre, Usb lavoro promuove per venerdì anche una manifestazione, lanciata lo scorso febbraio da un gruppo di delegati operai, di tutte le categorie di lavoratrici e lavoratori coinvolti nella raccolta, produzione, logistica, trasporto, distribuzione e commercializzazione delle merci. L’appuntamento è fissato alle ore 14 a Roma, in piazza della Repubblica. “Per il ritorno a una politica economica fatta di investimenti pubblici e nazionalizzazione dei servizi strategici a difesa dell’occupazione e del tessuto industriale – scrive Usb lavoro – contro gli “aiuti di stato” a vantaggio di imprese e speculatori, come nel caso di Acciaierie Italia, Ita e in base a quanto previsto nel Pnrr”.