Lo sciopero della benzina paralizza la Francia: al via la precettazione

Redazione
11/10/2022

La prima ministra francese Elisabeth Borne ha annunciato oggi la precettazione dei lavoratori dei depositi ExxonMobile. Le richieste dei lavoratori e il muro dei sindacati.

Lo sciopero della benzina paralizza la Francia: al via la precettazione

La prima ministra francese Elisabeth Borne ha annunciato oggi la precettazione dei lavoratori dei depositi ExxonMobile. L’unico modo per il governo di sbloccare la crisi del carburante che da settimane sta colpendo la Francia a causa degli scioperi in alcune raffinerie e depositi  TotalEnergies ed Esso. Uno scenario che non aveva escluso il ministro dell’Economia Bruno Le Maire. «Quando ci sono proposte di trattativa bisogna coglierle. Altrimenti non è più uno sciopero per ottenere risultati. È semplicemente un blocco del Paese. E questo non è accettabile», aveva dichiarato aggiungendo. «Se il sindacato CGT si rifiuterà categoricamente di impegnarsi in questa discussione, non potremo fare altro che requisire i mezzi necessari per liberare i depositi e gestire le raffinerie». E così è stato. Dal canto suo il sindacato Cgt annuncia battaglia. I dipendenti di TotalEnergies ieri hanno votato a grande maggioranza per continuare la serrata. E in caso di precettazioni sono pronti a rivolgersi al tribunale. La Francia intanto resta quasi paralizzata. Lunedì sera, come ha confermato la ministra della Transizione energetica Agnès Pannier-Runacher, quasi il 30 per cento delle stazioni di servizio erano in difficoltà.

Lo sciopero della benzina paralizza la Francia: al via la precettazione
La prima ministra francese Elisabeth Borne (Getty Images).

Le richieste dei lavoratori in sciopero e gli extra profitti dell’industria petrolifera

I lavoratori TotalEnergies da giorni chiedono la rinegoziazione dell’aumento salariale dal 3,5 al 10 per cento: il 7 per cento per l’inflazione e il 3 per cento per la «condivisione della ricchezza». I dipendenti ExxonMobil invece chiedono un aumento del 7,5 per cento oltre a un bonus di 6 mila euro per la ridistribuzione di profitti. L’industria petrolifera infatti sta registrando risultati economici eccezionali a causa delle tensioni dovute alla guerra in Ucraina. ExxonMobil, primo gruppo petrolifero privato al mondo, ha registrato un utile netto di 17,9 miliardi di dollari (18,43 miliardi di euro) solo per il secondo trimestre del 2022.  TotalEnergies ha raggiunto i 10,6 miliardi di dollari contro i 5,5 del 2021. «Utili stratosferici», ha attaccato la CGT. «Sono quattro mesi che chiediamo l’apertura di una trattativa», ha spiegato il coordinatore CGT del gruppo Total Eric Sellini. «Lo sciopero non è un fenomeno apparso dal nulla. Mi chiedo perché si vogliano punire i lavoratori che reclamano il dovuto». Di fronte alla proteste degli automobilisti Sellini risponde lanciando una mobilitazione nazionale per ottenere salari più alti per tutti. «Soffriranno tutti l’inflazione, soprattutto da gennaio. Abbiamo tutti interesse a mobilitarci, se vogliamo continuare a vivere con dignità in questo Paese».

Lo sciopero della benzina paralizza la Francia: al via la precettazione
Lavoratori in sciopero presso la raffineria Esso di Fos-sur-Mer (Getty Images).

La situazione nelle raffinerie e nei depositi

Delle otto raffinerie attive in Francia (di cui una in Martinica), lunedì 10 ottobre cinque risultavano ferme: si tratta dei due impianti di ExxonMobil (Esso) in Seine Maritime e nelle Bouches-du-Rhône e tre dei cinque stabilimenti di TotalEnergies. Tra queste, la più grande raffineria del Paese in Normandia che rappresenta il 22 per cento della capacità di raffinazione nazionale, e la bioraffineria di La Mède. Bloccato a causa sciopero anche il deposito di Dunkerque, protesta che si è estesa a una quindicina di stazioni del gruppo Total.  Le più colpite sono le regioni dell’Ile-de France e dell’Alta Francia. Secondo il ministero della Transizione energetica il 33,9 per cento delle stazioni della prima e il 48,4 per cento della seconda hanno esaurito almeno un tipo di carburante. A questo si aggiunge la corsa alle scorte che ha aumentato il consumo del 30 per cento.