Trasporti europei nel caos, tra scioperi, rallentamenti e interruzioni dei servizi. Gli aeroporti sono nell’occhio del ciclone. Ovunque nel Vecchio continente si segnalano lunghe code per i check-in e al controllo passeggeri. Le compagnie stanno cancellando voli, mentre i controllori minacciano di incrociare le braccia. Non va meglio nel trasporto ferroviario e nelle metropolitane dove le serrate si moltiplicano.
La velocità della ripresa post emergenza ha trovato impreparate compagnie e aeroporti
Dai Belgio alla Polonia, dall’Olanda al Regno Unito, i motivi della rabbia e del caos sono più o meno gli stessi: la ripresa veloce dopo l’emergenza pandemica in concomitanza con l’inizio delle vacanze estive ha creato enormi problemi alle compagnie che nei mesi del lockdown e delle restrizioni avevano licenziato personale: dagli addetti ai bagagli agli assistenti di terra e di volo. Aumentare l’organico in tempi rapidi non è possibile. «È stata sottovalutata la velocità della ripresa», ha ammesso a Politico un funzionario della Commissione europea. «Più si torna alla normalità nei viaggi, più aumentano i passeggeri da controllare». In seconda battuta pesa l’inflazione che ora spinge i sindacati a chiedere aumenti salariali.

Il rimpallo di responsabilità
Tra compagnie aeree e aeroporti è partito lo scaricabarile. Le prime dichiarano di aver inviato i piani estivi a fine marzo, in modo di consentire agli scali di aumentare il personale. I secondo invece chiedono almeno 16 settimane per incrementare la forza lavoro e ottenere i permessi di sicurezza necessari. Di sicuro nessuno avrebbe mai immaginato di dover avviare un reclutamento di massa durante l’ondata di Omicron.
Voli cancellati e code ai check-in
Sono i trasporti aerei a pagare il prezzo più alto. Lunedì l’aeroporto di Bruxelles ha cancellato i 232 voli in partenza a causa di uno sciopero degli addetti ai controlli passeggeri. La protesta ha interessato l’intero Belgio compresi i trasporti urbani della Capitale. L’aeroporto Schiphol di Amsterdam ha posto un limite ai voli a causa di carenza di personale visti gli scioperi annunciati dai lavoratori di Ryanair e Brussels Airlines. Lufthansa ha già cancellato 1.000 voli previsti a luglio per evitare ingorghi a Francoforte, il più grande aeroporto della Germania e terzo in Europa. Lo stesso vale per la low cost EasyJet ma anche per British Airlines. Sempre lunedì 20 giugno, lo scalo di Heathrow ha chiesto alle compagnie aeree di cancellare il 10 per cento dei voli a causa di una carenza di personale che ha lasciato i passeggeri in attesa per ore per recuperare i bagagli. Secondo i responsabili del settore, il vero problema sono stati i licenziamenti durante la pandemia. Molti dei dipendenti hanno poi deciso di non riprendere il proprio posto visto i salari bassi e le condizioni di lavoro difficili.

Nel Regno Unito trasporto ferroviario bloccato
Non sono solo i cieli a essere tempestosi. Nel Regno Unito è cominciato uno sciopero delle ferrovie di tre giorni, da martedì 21 giugno a venerdì, a cui aderiscono circa 40 mila lavoratori. Sarà garantito solo un quinto dei treni (4.500 su 20 mila) dalle 7 alle 19. I sindacati chiedono un aumento del 7 per cento dello stipendio a causa dell’inflazione che ha già raggiunto l’11 per cento. «Gli aumenti salariali contro l’inflazione porteranno a una spirale che vogliamo evitare», è stata la risposta del ministro del Tesoro Simon Clarke alla Bbc. Intanto il governo in vista dei tre giorni di fuoco ha consigliato ai cittadini di non mettersi in viaggio se non per motivi irrinunciabili.