Avvistato in Toscana un raro esemplare di sciacallo dorato

Redazione
07/12/2021

Si tratta di una specie a metà tra volpe e lupi, avvistata finora soltanto in Veneto, Friuli, Trentino ed Emilia Romagna.

Avvistato in Toscana un raro esemplare di sciacallo dorato

Per la prima volta nella storia è stato avvistato uno sciacallo dorato in Toscana. Un evento raro e da tenere d’occhio, quello che riguarda il canis aureus. Dopo Udine, Venezia, Pordenone, Trieste, Gorizia, Modena, Parma e Reggio Emilia, lo sciacallo dorato si spinge ancora più a sud e raggiunge Montemurlo, in provincia di Prato. Ma il suo viaggio parte da lontano, dal Gange. Secondo uno studio del Museo civico di storia naturale di Ferrara, si stima che in Italia siano circa 200 gli esemplari, suddivisi in svariati gruppi territoriali, e che ce ne siano in tutto il settentrione, nascosti in Friuli, Veneto, Trentino, Emilia Romagna e ora anche in Toscana.

Lo sciacallo dorato, la specie avvistata in Toscana

Lo sciacallo dorato, il cui nome scientifico è canis aureus, è una specie protetta perché a rischio estinzione. La sua forma ricorda in parte la volpe e in parte il lupo ed è molto vicino a quest’ultimo per svariate caratteristiche. La principale è la sua tendenza a mangiare di tutto. In origine lo sciacallo dorato identificava il proprio habitat sul Caucaso. I primi esemplari risalgono a circa 8mila anni fa. Poi, il viaggio fino all’Europa e all’Italia, alla ricerca di cibo e con una fama da “spazzini” alquanto meritata. Secondo lo studio del museo di Ferrara, infatti, all’interno di alcuni cadaveri rinvenuti in Emilia sono stati ritrovati tracce di rifiuti di vario tipo: plastica, sacchetti, fili elettrici, cuoio, perfino cicche di sigarette. Il primo esemplare “italiano” fu trovato nel 1985. Ora, trentasei anni dopo, la specie è in continua espansione.

Un esemplare di sciacallo dorato (Getty)

Sciacallo dorato, cosa rischia chi ne cattura uno

Essendo una specie protetta, lo sciacallo dorato è protetto dalla legge. Per l’esattezza, dalla numero 157 del 1992, che tutela anche il canis aureus. Chi lo abbate o lo cattura può rischiare fino a otto mesi d’arresto o una multa da 774 a 2mila 65 euro. La norma, però, non ha fermato i bracconieri, che sono una delle principali cause di morte associate all’animale, oltre all’avvelenamento e alla mortalità stradale. Secondo le ultime stime, però, lo sciacallo cresce e la sua popolazione negli ultimi cinque anni potrebbe essersi quintuplicata.