Ucraina, la maggior parte dei tedeschi spinge per una soluzione diplomatica

Stefano Grazioli
11/11/2022

Trent'anni di relazioni non si cancellano con un colpo di spugna. Anche per questo Berlino è sempre stata cauta sulla Russia. Soprattutto ora con lo spettro della recessione. Mentre il governo è diviso tra la Realpolitik di Scholz e l'attivismo di Baerbock, sempre più tedeschi chiedono una soluzione diplomatica al conflitto in Ucraina.

Ucraina, la maggior parte dei tedeschi spinge per una soluzione diplomatica

La Germania è stata negli ultimi 30 anni il partner strategico della Russia. Questioni energetiche, commerciali e industriali. E anche personali, dai buoni rapporti tra Helmut-Kohl e Mikhail Gorbaciov a quelli amichevoli tra Gerhard Schröder e Vladimir Putin fino a quelli pragmatici di quest‘ultimo con Angela Merkel. La cancelliera tedesca, al comando a Berlino per 16 anni di fila, non si è mai pentita di aver contribuito a legare i due Paesi, nonostante i noti deficit democratici del Cremlino. A Olaf Scholz, alla guida di una coalizione semaforo con Verdi e Liberali, è toccata la sorte di dover affrontare la guerra scatenata in Ucraina da Putin, con tanto di capovolgimento delle relazioni. Berlino e Mosca sono tornate ad allontanarsi, dopo tre decenni di strette relazioni che hanno portato la Germania ad emanciparsi in parte dagli Stati Uniti: ora è tornato tutto come prima. Quasi nove mesi di conflitto nel cuore dell’Europa stanno però cambiando in parte gli umori nel Paese che, se a livello politico non si è fatto coinvolgere pienamente dall’asse anti-russo guidato dagli Stati Uniti e dai Paesi dell’Europa orientale sui temi che vanno dalla questione del gas a quella delle forniture di armi, anche a livello di opinione pubblica è sempre stato scettico sulla guerra. Ferma restando, naturalmente, la grande solidarietà per il popolo ucraino aggredito e la grande quantità di profughi che dalla fine di febbraio è giunta in Germania dall’ex repubblica sovietica.

Germania, la cautela di Scholz sulla Russia e l'eredità di Merkel
Vladimir Putin e Angela Merkel nel 2016 (Getty Images).

Scholz ha ereditato la Realpolitik di Merkel

Da una parte c’è dunque la coalizione di governo, tiepida nello schierarsi senza se e senza ma a fianco di Kyiv e fare così di Mosca il nemico numero uno per i decenni a venire. Il pragmatismo di Scholz, lo stesso visto nell’era Merkel, risponde alla Realpolitik tedesca, agli interessi nazionali, al ruolo che la Germania ha e vuole avere in Europa e sulla scacchiera euroasiatica e che si sta estrinsecando anche sull’asse tra Berlino e Pechino, con il mantenimento di buoni rapporti con la Cina, benché Xi Jinping non sia proprio un modello di leader democratico. Ma questo vale anche per Recepp Tayyp Erdogan, uno che non dista molto da Putin, ma ha il vantaggio di essere il presidente di un Paese appartenete alla Nato.

Le divisioni nel governo tra il Cancelliere e la ministra Baerbock

Scholz è ancora molto cauto circa l’invio di materiale bellico in Ucraina, molto più della ministra degli Esteri verde Annalena Baerbock, esponente di un partito diventato ai vertici più guerrafondaio che pacifista in nome dell’antiputinismo. Il cancelliere rappresenta trasversalmente non solo la linea più tradizionale della socialdemocrazia, ma intercetta anche chi nell’opposizione cristiano-democratica, quella degli eredi di Merkel, soprattutto nella vecchia Germania Est, guarda con preoccupazione alle sorti del Paese investito dalla recessione. Uno su tutti il governatore della Sassonia Michael Kretschmer, che si è espresso anche per la riapertura di Nordstream, il gasdotto al momento bloccato che collega direttamente Russia e Germania. Kretschmer viene bollato di essere un Putin-Versteher, quasi alla pari degli estremisti rossi e bruni della Linke e della Alternative für Deutschland che, per motivi diversi, sono schierati nel campo anti-Usa e anti Nato. La realtà è in ogni caso che la Germania non solo è divisa al Bundestag, ma anche tra la popolazione, e le fratture corrono ovviamente sia a livello partitico sia a livello geografico.

Germania, la cautela di Scholz sulla Russia e l'eredità di Merkel
Annalena Baerbock, ministra degli Esteri tedesca (Getty Images).

La maggior parte dei tedeschi spinge per una soluzione diplomatica al conflitto

Ed ecco quindi che c’è un elettorato che ancor più del Semaforo pare voler spingere per una soluzione diplomatica della guerra in Ucraina. Secondo recenti sondaggi pubblicati dal Tagesspiel, la maggior parte dei tedeschi, il 60 per cento, vuole che Berlino si impegni di più in questa direzione, anche se ciò dovesse significare costringere Kyiv ad accettare compromessi. Oltre la metà ritiene che le attuali sanzioni contro la Russia siano sufficienti o siano addirittura eccessive, il 21 per cento pensa che le forniture di armi non siano sufficienti, il 30 per cento invece ritiene che siano già troppe. Insomma, pare che i tedeschi si siano stancando di un conflitto i cui riflessi stanno iniziando a pesare con evidenza su tutta la popolazione, con l’economia di fatto in recessione e l’inflazione al 10 per cento che sta pesando soprattutto sui ceti meno abbienti. Il governo ha adottato un piano da 200 miliardi di euro per attutire gli effetti, ma rimane il fatto che più il conflitto in Ucraina va avanti, peggio starà anche la Germania.